Gita a GRESSONEY – Gressoney -AO-
Con il nome Gressoney si intendono i due comuni di
Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité che formano un'entità territoriale
e culturale unica.
Come
arrivare.
Arrivando dall’autostrada Torino-Aosta si esce al casello di Pont-Saint-Martin: da qui percorrendo la strada SR44 che attraversa gli abitati di Fontainemore (con il caratteristico ponte romano), Issime (dove si trova lo sbarramento di Guillemore, che forma un lago artificiale apprezzato anche per la pesca sportiva), Gaby e costeggiando il torrente Lys si arriva, dopo un percorso di 29 Km. percorribile in 35/40 minuti, a Gressoney-Saint-Jean. Per raggiungere Gressoney-La-Trinité si prosegue per altri 7 Km. e ci si impiegano circa 9/10 minuti.
Fontainemore |
Gressoney-Saint-Jean.
Gressoney-Saint-Jean, elegante località turistica a 1385 metri di altitudine (810 abitanti circa), è situata in un contesto scenografico particolarmente interessante per la vista offerta sul ghiacciaio del Lyskamm e sull’imponente massiccio del Monte Rosa. La storia di Gressoney è strettamente legata alla comunità Walser, una popolazione di origine germanica giunta in questa zona più di otto secoli or sono attraverso il Colle del Teodulo. Il patrimonio tradizionale, mantenuto vivo dal Centro Culturale Walser e dal gruppo folkloristico, si riflette ancora oggi nell’*architettura originale* con i tipici stadel, nella lingua parlata, il Titsch, e nel prezioso costume femminile, indossato anche dalla Regina Margherita di Savoia, che trascorreva a Gressoney le sue vacanze estive. La prima sovrana d’Italia, grande amante della montagna, diede un grande impulso allo sviluppo di questi luoghi, che divennero meta di molti turisti.
Cosa
vedere.
La visita a Gressoney-Saint-Jean vale la pena anche solo per passeggiare nel nucleo vecchio dell'abitato e fare shopping nei suoi negozietti. Due le piazze. Quella inferiore (“ondre platz”), che prende il nome dal re Umberto I cui è dedicato anche un monumento, è circondata da caratteristiche costruzioni del Sei-Settecento, fra cui la prima locanda del villaggio, in legno, datata 1717 e che porta sulla facciatya uno scudo in pietra della famiglia Liscoz. La piazza superiore (“obre platz”), dove gli edifici sono invece più tardi, dell'Otto-Novecento, è dominata dalla bella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, che si presenta come fu ristrutturata nel 1733 ma ha origini più antiche: è infatti preceduta da un porticato del 1626 con 14 edicole della Via Crucis affrescate nel Settecento dal pittore gressonaro Johann Joseph Franz Curta, mentre è del 1515 l'iscrizione gotica sulla sua facciata. L'interno conserva quattro altari lignei del Seicento e un piccolo museo che ha il suo pezzo più pregiato in un Crocifisso ligneo francese del XIII secolo.
Sulla facciata
della parrocchiale c'è anche un busto in bronzo raffigurante la regina d'Italia
Margherita di Savoia, che a Gressoney-Saint-Jean fu sempre molto legata, tanto
da farne tra il 1889 e il 1925 il suo luogo di soggiorno estivo abituale,
nonché la base per le sue escursioni sui ghiacciai del Monte Rosa. Nel 1893, a
quota 4554, sulla Punta Gnifetti del Rosa, venne inaugurata la Capanna
Margherita, il rifugio e osservatorio meteorologico a lei intitolato e dove lei
stessa salì, accomopagnata dalle guide alpine della valle. Da lassù la Regina
contemplò il sorgere del sole ed esclamò: «Dinnanzi a questa grandezza di monti
e a questa solenne distesa di ghiacciai, tace il dubbio misero e la fede
s’innalza forte e vivace a Dio».
Da non
mancareuna visita a Castel Savoia,
la fiabesca dimora estiva che Margherita fece innalzare tra il 1900 e il 1904,
nella zona del Belvedere ai limiti della pineta di Cialvrina e con una bella
vista sul Rosa. La fantasiosa costruzione in pietra locale (gneis di Gaby e
pietra di Vert) fu progettata da Emilio Stramucci come un castelluccio lombardo
quattrocentesco, con cinque torri cuspidate. L'interno, visitabile, conserva le
decorazioni dell'epoca ma pochi arredi originali, oltre a uno scenografico
scalone in legno di rovere a doppia rampa elicoidale e a documentazione
fotografica degli anni di Margherita, che qui aveva la sua base da cui partire
per le sue escursioni sui ghiacciai. Accanto al Castel Savoia, un Giardino
botanico alpino ospita in una serie di aiuole rocciose fiori e piante
principali delle montagne valdostane e anche di altre parti del mondo, come il
Giglio martagone (Lilium martagon), il Rododendro ferrugineo (Rhododendron
ferrugineum), la Stella alpina (Leontopodium alpinum), il Botton d’oro doppio
(Trollius europaeus), l’Aquilegia (Aquilegia alpina), l’Arnica (Arnica
montana), i vari Semprevivi (Semprevivum montanum e S. Arachnoideum), le
Genziane (Gentiana sp.), le Sassifraghe (Saxifraga sp.) e l’Epilobio (Epilobium
angustifolium).
Visite guidate ogni mezzora: consigliatissima la prenotazione via web.
In attesa che il suo castello fosse ultimato, la regina Margherita dal 1889 al 1903 trascorse le sue vacanze nella villa dei baroni Beck-Peccoz, tre piani progettati in stile Art Nouveau, con arredi provenienti dalla Germania, fra cui grosse stufe in ceramica smaltata. Oggi la villa, nota come Villa Margherita, è sede del Comune di Gressoney-Saint-Jean nonché del Centro culturale walser. Nel giardino retrostante ci sono due cappelle (una secentesca dedicata a San Giuseppe e una neogotica con le tombe dei baroni).
Poco distante si trova il Romitaggio Carducci, una casetta dedicata alla memoria del poeta che fu spesso ospite di Gressoney, dove compose diverse poesie in onore della Regina, ma anche altre ispirate alla bellezza della valle come “In riva al Lys” e “Mezzogiorno alpino”. E rimanda alla illustre famiglia baronale anche l'Alpenfaunamuseum “Beck-Peccoz”, alle porte del paese, che espone gli esemplari più significativi del patrimonio faunistico della regione. È dedicato al barone Anton che nel 1903 costruì questo edificio per alloggiarvi la raccolta di trofei di caccia riuniti nel corso del XIX secolo dalla sua famiglia, in particolare dallo zio Luigi. La collezione di circa 2000 pezzi (corna e palchi montati su scudi) comprende camosci, stambecchi, cervi, caprioli e diversi trofei di fauna selvatica nostrana ed esotica, armi, nonché preziosi cimeli di famiglia quali ritratti, quadri, libri e pubblicazioni inerenti la fauna e la flora alpina. L’edificio completo delle collezioni di trofei ed armi antiche è stato acquistato dalla Regione Valle d’Aosta nel 1986.
Nei pressi del borgo si trova anche il lago Grover, di origine artificiale, circondato da pini e abeti secolari: bellissimo il panorama sul Monte Rosa. E' una destinazione ideale sia per le famiglia, che trovano un ampio parco giochi attrezzato, sia per chi desidera praticare la pesca sportiva (d'estate) o pattinare (d'inverno). Una passeggiata nel bosco di 30 minuti collega il lago al Castello Savoia - il sentiero, inutile dirlo, è chiamato Passeggiata della Regina.
Gressoney-La-Trinité.
Gressoney-La-Trinité è l’ultimo centro abitato alla testata della valle percorsa dal torrente Lys, situato a 1627 metri di altitudine (300 abitanti circa) in una vasta conca dominata dal ghiacciaio del Lyskamm della catena del Monte Rosa.
Cosa vedere.
L’Ecomuseo Walser: il museo propone un viaggio alla scoperta dei Walser, attraverso la visita di tre strutture: un’antica casa rurale del 1700, la casa museo con mostre permanenti e la Baita di Binò Alpelté, un piccolo alpeggio costruito al riparo di un masso naturale che funge da tetto.
Gressoney, come
tutti i villaggi arroccati sul Monte Rosa, ha origini Walser. I Walser sono un
popolo germanico che nel XII-XIII secolo si è stabilito in queste zone portando
con sé cultura e strutture architettoniche tipiche in legno. Ancora oggi, la
lingua titsch è usata nelle indicazioni stradali del paese. Vedere per credere,
basta un giro all’Ecomuseo Walser per conoscere tutta la storia di questo
antico territorio.
La Chiesa Parrocchiale della Santissima Trinità: la chiesa fu costruita nel 1671 sulle fondamenta di un preesistente edificio del XV secolo. Degni di nota l’altare maggiore ligneo in stile barocco e il cimitero adiacente alla parrocchia con le sue antiche lapidi in pietra, fatte a mano da scultori locali.
Le cappelle:
il territorio di Gressoney-La-Trinité ospita numerose cappelle, testimonianza
dell’importanza della religione nella vita tradizionale delle comunità alpine,
tra cui quella di Oagre, dedicata alla
Madonna delle Nevi.
Non potevamo non citare qualche suggerimento enogastronomico, specialmente se si tratta di formaggio. La toma di alpeggio di Gressoney ha ricevuto nel 2016 il riconoscimento di Presidio Slow Food: provate questo formaggio di montagna! Un’altra tipicità sono i prosciutti della Valle d’Aosta, tra cui il prosciutto di Saint Marcel. Per chi invece desidera riscaldarsi in inverno con una zuppa, è sicuramente da provare la zuppa valpellinese preparata con pane nero, cavoli e fontina.
Insomma , per
gli amanti della montagna e dello sci e per chi, come me, ama passeggiare al
fresco e immerso nel verde, questi sono i luoghi ideali.
Da non
perdere…..!!!!
Ps. Le foto degli
interni del Castello Savoia sono tratte dalla rete.
Gressoney Saint Jean
Gressoney La Trinité
Aosta -AO-
Visitato il 11/08/2020
Nessun commento:
Posta un commento