Langhe: Alba, Barbaresco, Neive e Mango -CN-
Quello di Langa è un paesaggio unico al mondo.
Le
Langhe, con le loro dolci colline, con i loro nobili vigneti che spesso
nascondono borghi di antica fondazione, sono uno dei principali motivi che ci
spingono a visitarle una o due volte all’anno.
La
collina infatti è il tratto caratteristico di questa zona, anche se assumono
dei contorni diversi a seconda che si trovino sulla sponda destra o sinistra
del fiume Tanaro. Dalla sponda sinistra del Tanaro troviamo infatti il Roero,
geologicamente più giovane ( colline emerse e formatesi circa 5 milioni di anni
fa), contraddistinto da suggestive rocche, con ripide pareti che aprono veri e
propri squarci nel paesaggio.
La
sponda destra invece da inizio a colline lunghe, delle vere e proprie “creste
di terra” fiammeggianti, emerse in una fase ancora più antica, circa 15 milioni
di anni fa.
Gli
agenti atmosferici nel corso dei millenni ne hanno eroso i fianchi, rendendole
oggi dolci e morbide alla vista, creando un effetto unico, che ad alcuni
ricorda quello del susseguirsi delle onde del mare. Un vero e proprio mare
verde quindi, dove oggi spicca subito l’elemento che meglio caratterizza la
Langa , la vite, che con i suoi filari ordinati ci ricorda subito un altro importante
motivo che ci spinge a venire a visitarle: il vino.
Possiamo
quindi parlare della Langa del Barolo, il cui nome deriva chiaramente al fatto
di essere quella porzione, piuttosto piccola e circoscritta dove il vitigno
nebbiolo la fa da padrone, così come avremo la Langa del Barbaresco e quella
del Dolcetto, ma anche la Langa della Nocciola, con il comune di Cortemilia sua
incontrastata “capitale”.
E’
quest’ultima anche l’Alta Langa dei formaggi (tome e robiole) e dei funghi, gli
ottimi porcini che rivaleggiano con l’altro grande protagonista del territorio,
il tartufo.
Oggi
è Pasqua e le ore a disposizione non sono molte: tralasciando qualche centro
già visitato (vedi Barolo) il nostro mini tour inizia da Alba, per poi
proseguire a Barbaresco, Neive e Mango.
Alba è una città dalle origini
antichissime, che addirittura risalgono a 6.000 anni prima di Cristo: era
un’importante stazione neolitica che ha restituito reperti importanti, in parte
conservati al museo Nazionale di Preistoria “Pigorini” di Roma ma anche nella
sezione di protostoria del locale museo Civico “Eusebio” di Alba. Museo che
ospita al suo interno anche importanti testimonianze e tracce materiali della
fase romana, quando Alba si chiamava Alba Pompeia ed era una ricca e prospera
città romana, con strade lastricate, mura, domus di pregio, un imponente foro,
un teatro e altri importanti edifici . Alcuni reperti e resti monumentali si
possono vedere passeggiando nel centro storico, dove è possibile vedere i resti
del tempio capitolino, parti del selciato stradale romano, fognature ecc.
(Interessante fare la visita guidata di Alba sotterranea).
Ma
Alba è soprattutto una città medievale, con le sue torri a punteggiare il
panorama dell’antico centro cittadino, con case-torri in laterizio, spesso decorate
con bellissimi fregi in cotto sulle facciate, archi, bifore e trifore si
intervallano con rifacimenti barocchi, liberty e di taglio moderno, creando un
vero e proprio museo aperto.
Per
chi è interessato ad un turismo di tipo culturale e sacro Alba conta numerose
chiese di pregio, alcune molto antiche con dei veri e propri piccoli tesori
d’arte sacra che si possono ammirare liberamente. Ad Alba da non dimenticare
una tappa al Duomo e alla chiesa del san Domenico, un vero gioiello di arte
romanica-gotica unica nel suo genere e la chiesa della Maddalena, tripudio di
marmi e forme barocche.
Alba,
capitale indiscussa delle Langhe, sarebbe da visitare lentamente, apprezzandone
i piccoli scorci su improvvise piazzette, vicoli stretti e caratteristici, con
botteghe artigiane e librerie uniche, torri medievali, resti romani, con i
sorrisi dei suoi abitanti.
Ma
basta spostarsi da Alba per continuare un percorso tra arte, storia e cultura.
Le Langhe sono puntellate sui suoi crinali da borghi d’altri tempi, in paesaggi
mozzafiato, con torri e manieri medievali, fortezze militari o nobili dimore di
soggiorno e caccia che si possono visitare, palazzi storici che aprono le loro
porte ai visitatori e cantine storiche, dove l’arte del vino si mescola con le
forme e architetture di cantine scavate nel tufo, nelle pance delle colline,
creando vere cattedrali di vino e arte.
Questo
è solo un piccolo assaggio di cosa può offrire Alba e le sue colline, da
scoprire e apprezzare, giorno dopo giorno.
Ma
il tempo è tiranno e dovendo essere a Neive per l’ora di pranzo, lasciamo Alba
e puntiamo su Barbaresco che
dista una ventina di chilometri.
Si
riconosce subito in quanto adagiata su una delle rocche lungo le anse del
Tanaro, e emerge imponente la “torre di
Barbaresco”, simbolo del paese. Qui era la barbarica “silva”, prima occupata
dai Liguri e poi dai Romani: da questa caratteristica deriverebbe il nome del
paese.
Il
borgo di Barbaresco è un insediamento di epoca medioevale sviluppatosi in una
posizione dominante rispetto al fiume Tanaro. Inserita in questo pregevole
borgo si erge, con i suoi 36 m di altezza, l’imponente Torre sopravvissuta alla
distruzione che ha invece interessato il castello medioevale. Contesa per
secoli dai comuni di Alba ed Asti per la sua posizione strategica, costituisce
oggi uno dei più importanti riferimenti visivi di tutto il comprensorio di
Langhe – Roero e Monferrato avvalendosi anche del titolo di torre medievale più
grande del Piemonte.
Da
queste parti sono più le cantine degli abitanti e tra queste spicca presso il castello,
meglio noto come Palazzo dei Galleani di Barbaresco e Canelli, ha sede la
prestigiosa azienda vinicola Gaja, famosa nel mondo per i suoi vini di
eccellenza.
La
visita di Barbaresco non può che iniziare dalla Torre di Barbaresco. La torre
rappresenta il vero e proprio simbolo di Barbaresco e salendo sulla sua sommità
è possibile ammirare un panorama incredibile e spettacolare. Da lassù sospesi
tra le nuvole in una giornata serena si
possono ammirare, magari sorseggiando un calice di Barbaresco, i dolci profili
delle colline, il corso del fiume Tanaro e la catena montuosa delle Alpi.
Nei
pressi, al fondo della via, la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista,
imponente e di stile barocco.
Di
fronte alla meridiana del Barbaresco vediamo la Chiesa di San Donato oggi sede
dell'Enoteca Regionale del Barbaresco.
della
cittadina a San Donato per ringraziare il cielo dell'abbondante produzione
vitivinicola delle colline intorno al paese. Al suo interno possiamo ammirare
gli eleganti e preziosi decori del pittore Giuseppe Viglino. Intorno agli anni
'70 è stata acquistata dal Comune di Barbaresco che, dopo un opportuno
restauro, ha deciso di destinarla ad accogliere l'Enoteca Regionale del
Barbaresco. In questo splendido tempio del Barbaresco sono conservate ed
esposte oltre 240 bottiglie provenienti da 120 aziende del territorio. Inoltre
al banco assaggio è possibile degustare ed acquistare i barbaresco di tutta la
zona di produzione, grappe, aceto di barbaresco e simpatici ed originali gadgets.
Risaliamo
in auto e raggiungiamo Neive dove
ci aspettano per il pranzo al ristorante “ la Luna nel Pozzo”, piccolo e
elegante localino che non tradisce mai le attese.
Le
strade tortuose di Neive salgono tra gli eleganti palazzi di cotto e portano alla
Torre dell’Orologio del XIII secolo simbolo dell’antica municipalità. La piazza
principale, Piazza Italia, sembra quasi un salotto, con i suoi palazzi
settecenteschi che si affacciano uno a fianco all’altro e danno la sensazione
di un luogo pronto ad accogliere il turista che ha voglia di avventurarsi fin
qui.
La
cosa che colpisce di più di questo borgo è però la vista che si gode dall’alto
sulle colline circostanti. Il barbaresco – insieme al moscato, al barbera e al
dolcetto – è il vino che si produce da queste parti e un solo sguardo non basta
per abbracciare tutti i vigneti che circondano la piccola Neive.
Da
lì in cima davvero si comprende la definizione che qualcuno dà delle Langhe
come “terra di vino”.
E
poi via verso Mango, tra distese infinite di vigne
e noccioleti, a casa di amici che hanno un bellissimo Bed and breakfast
denominato “All’ombra del Pero”, proprio sulla cima di una collina dalla quale
si gode di una vista impareggiabile.
Il
Castello di Mango oggi è sede dell’Enoteca Regionale Colline del Moscato e
fermarsi qui per una degustazione di questo vino è quasi un obbligo.
L’uva
moscato bianco, di antica origine asiatica, viene coltivata infatti una vasta
area che comprende le province di Asti, Cuneo e Alessandria. I vigneti che
circondano Mango eccellono nella produzione di questo vino aromatico e dolce e
nell’Enoteca è possibile acquistare il Moscato d’Asti D.O.C.G. e l’Asti
D.O.C.G. due prodotti di eccellenza e vanto per l’enologia italiana nel mondo.
E
poi …………. È giunta l’ora di fare ritorno verso casa…..!!!
Le
langhe sono sempre un’esperienza unica che vale sicuramente una o più visite in
periodi differenti dell’anno per ammirarne i colori, i sapori e degustare
ottimo vino e cibo.
Langhe:
Alba, Barbaresco,
Neive e Mango -CN-
Visitato il 21/04/2019
Nessun commento:
Posta un commento