Incontro con Diego Abatantuono -Milano-
Un incontro “Eccezzziunale veramente”….!!!!
A
Palazzo Morando, dove è in corso la mostra "Milano e il cinema"
sabato scorso 12 gennaio alle ore 15 si è svolto un incontro con Diego
Abatantuono.
Un
centinaio i fortunati, compreso il sottoscritto, che sono riusciti ad assistere
all’incontro tra il grande attore e i suoi ammiratori: dico fortunato in quanto
la coda in via Sant'Andrea era veramente lunga e i più non sono riusciti ad
entrare nella piccola sala che per motivi di sicurezza non poteva contenere
tutti.
Puntuale
alle 15 ecco arrivare Diego con il giornalista scrittore Giorgio Terruzzi, che
con lui ha dialogato al di là della scrivania.
È
un fiume in piena Abatantuono, una miniera di aneddoti, battute e di racconti
di «quella Milano lì», quella di Enzo Jannacci e Beppe Viola, di Giorgio
Porcaro e di Cochi e Renato.
Parla
delle serate trascorse con mamma Rosa, guardarobiera al Derby (il locale della
comicità meneghina negli anni Settanta in via Monte Rosa 84), e con papà nei
cinema di zona, tra il Giambellino e piazzale Brescia.
Ripercorre
un po' tutta la sua carriera fino alla collaborazione con Gabriele Salvatores.
compreso «quel teatrino affittato in piazza Navona a Roma, perché li stava il
cinema, per portare in scena uno spettacolo, Cane di Puglia, che la prima sera
erano venuti in tantissimi a vederlo, anche Villaggio e Benigni poi più un ca..o
di nessuno». Risate. E poi c'è lui, il terrunciello, il personaggio che ha
fatto la sua fortuna: il meridionale trapiantato al Nord che parla un misto tra
milanese e pugliese. «Milano allora era fatta di quel gioco di presa in giro
per cui se dicevi a uno "ué terun" tutti ridevano, ma oggi è più
complicato. E poi c'era quella voglia, da parte ad esempio dei pugliesi. di
essere più milanesi dei milanesi». Applausi, teste che annuiscono.
Arriva
il momento delle domande dal pubblico e gli domando:
“Diego
puoi raccontarci delle serate – incontro da Gattullo ?”
“
Erano Cochi e Renato che mi portavano da Gattullo (celebre ritrovo e rinomata
pasticceria in quel di porta Lodovica) insieme a Beppe Viola e Iannacci : si
può raccontare il resto, meno quello che si mangiava, allora non era ancora in
prescrizione, vista la mia stazza odierna.
Serate
belle, belle…ricche di risate, spensierate, poi, torno a dirti, devi
pensare che io avevo 16, 17, 18 anni ed
ero la mascotte del gruppo.
Quando
capisci, e qui non entro nel merito dei nomi, ma al Derby, nonostante quello
che vi ho detto, c’erano delle preselezioni: c’era un tavolo dove c’era Renato,
Cochi, Teo, Boldi… io stavo lì; altri facevano più fatica, Maurino era tirato
dentro, insomma una selezione veniva fatta.
Io
ero il più giovane di tutti quelli che ho citato, nonostante adesso faccia di
tutto per sembrare più vecchio, non usando tinte e diete: magari così duro più
a lungo, meglio diventare vecchi prima almeno si può dire: ma da quanto tempo è
vecchio quello li.
Adesso
invece vedi sempre gente tutta nera, tinta, non faccio i nomi ma ce ne sono in
giro, un casino.
Comunque
ero il più giovane di tutti e a quell’età li due anni di differenza sono tanti
oppure cinque come avevo io con i Gatti: insomma averne 15 o averne 20 cambia
tanto.
Quindi
in quel periodo lì per me andare in giro, andare da Gattullo era un privilegio
particolare perché mi portavano, non è che andavo da Gattullo da solo, si parla
di quando andava giù la saracinesca.”
“Covo
rossonero Gattullo” gli domando.
“Beh,
si, insomma…. ma qualche infiltrato c’era” , mi risponde Diego.
Insomma
un incontro interessante: un personaggio di talento e con un carisma notevole
che, a ruota libera, ha ripercorso la sua vita professionale e non con aneddoti
molto simpatici.
Tra
questi quello sui Gatti:
“Ho
iniziato a fare il tecnico del suono con i Gatti di Vicolo Miracoli, che erano
miei grandi amici e lo sono ancora oggi. Ero un tecnico anomalo, non guidavo,
non avevo preso la patente di proposito, altrimenti avrei dovuto guidare sempre
io. Smaila guidava perchè era il più grosso, io sedevo davanti, perché ero il
più alto, dietro c'erano Oppini, Jerry Calà e Nini Salerno. Era straordinario e
imperdibile andare in giro con loro. Avevo 18 anni. Poi sono tornato al Derby e
mio zio, che era il proprietario, mi propose di fare una sorta di direzione
artistica. Avevo girato tutta Italia, conoscevo un sacco di comici, lì si
esibivano tutti. Io li presentavo, poi piano piano ho iniziato a fare anche io
una sorta di spettacolo, che è diventato sempre più lungo".
Oppure
quello su Rivera:
“Impossibile
scegliere un solo giocatore dell’epoca d’oro de Milan. Il mio preferito è
sempre stato Rivera, pallone d'oro, giocatore strepitoso. Una volta aprii il
portafogli di mio nonno e ci trovai una foto di Rivera e una di Padre Pio. Gli
chiesi chi fossero e lui mi rispose che uno faceva i miracoli e l'altro era un
noto frate pugliese. Rivera l'ho conosciuto, veniva al Derby, era amico di mia
mamma, per un periodo abbiamo abitato nello stesso palazzo. In ascensore facevo
finta di non conoscerlo, ma l'ho sempre amato".
La locandina del nuovo film in uscita a fine gennaio |
E
sugli anni di piombo:
“Al
Derby c'erano tutti, c'era anche il top della delinquenza. Ho visto serate
passate con Turatello. Una notte, quando ero il responsabile delle luci, ero in
una stanza dove stavano gli artisti quando non dovevano andare in scena. Sento
bussare, ed era il signor Turatello. Tutti sapevamo chi fosse, ma nel locale si
comportava benissimo. Il Derby era una specie di porto franco…..”.
Insomma,
due ore piacevolissime, in compagnia di un personaggio ECCEZZIUNALE VERAMENTE
::::!!!!!!
Incontro con Diego Abatantuono
c/o Palazzo Morando
Via Sant'Andrea n.6
20121 Milano -MI-
Incontro del 12/01/2019
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