Mostra “Milano e la Mala” – Milano -MI-
Storia criminale della città: dalla rapina di via Osoppo a
Vallanzasca.
Fotografie,
oggetti, giornali, verbali, fedeli ricostruzioni, sono solo alcuni degli
elementi per immergersi nella storia sanguinaria e romantica della “ligera”: il
tutto visibile fino all’11 febbraio del prossimo anno nella splendida cornice
di Palazzo Morando nel quadrilatero della moda.
La
mostra inizia con le prime bande che si aggiravano per la città nell’immediato
dopoguerra. Un’epoca quasi romantica, quella della Ligera (come veniva definita
la delinquenza milanese fin dalla fine del XiX secolo) e spesso ricordata nelle
canzoni popolari. Un’epoca che visse il suo apice con la rapina di Via Osoppo
avvenuto nel 1958. Allora, sette uomini assaltarono un portavalori in pieno
centro impossessandosi di un bottino da 164 milioni di lire. Il tutto senza
sparare nemmeno un colpo. Col ventennio 1960-80, però, si inaugura la fase più
cruenta della criminalità cittadina.
Le bande, strutturate, omogenee, a volte
di stampo mafioso iniziarono a prendere possesso delle varie attività
clandestine: prostituzione, gioco d’azzardo e traffico di stupefacenti. I nomi
di Francis Turatello, Angelo Epaminonda e Renato Vallanzasca iniziarono a
prendere sempre più spazio nelle cronache contribuendo a creare una vera e
proprio atmosfera da Far West.
Non
mancano, nel percorso per immagini, anche una serie di reperti e oggetti del
tutto particolari: i dadi delle bische clandestine, la custodia del mitra di
Renato Lutring, le armi di ordinanza della polizia e quelle sequestrate ai
malviventi, le schede biografiche degli arrestati. Un insieme che, nelle
intenzioni del curatore Stefano Galli, racconta «la storia di Milano con un
taglio insolito». Emergono così dagli archivi le storie dei feroci killer
Apaches o i più elegante “tre milord” (che gestivano il racket in zona Ticinese
e Porta Genova). Per non parlare delle collusioni fra criminalità e ambienti
sovversivi durante le tensioni sociali degli anni ’70: «In questo decennio la
città cambiò la propria socialità. Rapine e rapimenti avevano creato una sorta
di coprifuoco. Successivamente poi, la criminalità arrivò a controllare
monopolisticamente tutto, il traffico di droga in primis, ma anche le bische e
i night club», ha spiegato Galli.
Per
contrasto, però, la storia della malavita racconta anche le vicende di quanti
gli si sono opposti: ufficiali, militari, agenti, magistrati. Tutti servitori
dello stato che per dovere hanno affrontato in prima linea la minaccia della
criminalità. A figure come il commissario Mario Nardone e il futuro questore
Achille Serra è dedicata l’ultima parte della mostra dove trova posto
l’evoluzione delle tecniche di contrasto alla criminalità messe in campo dalle
forze dell’ordine. «Grazie al lavoro meticoloso e tenace delle forze
dell’ordine, oggi il miglioramento a livello sociale è innegabile.
Armi,
schede segnaletiche dei criminali, pagine di giornali, tantissime foto, la tuta
dei banditi di via Osoppo, le divise dell’epoca della polizia, la fedele
ricostruzione di un ufficio di PS, una enorme macchina fotografica usata per le
foto segnaletiche, la celebre colonnina SOS per comunicare con la Questura, la
ricostruzione di una cassaforte rapinata, valige e contenitori usati per le
rapine e, all’esterno la mitica Giulia di colore verde della Polizia di Stato.
Una
mostra bellissima e interessantissima che riporta la mente a quel periodo
storico: un modo originale per raccontare la storia di Milano.
PS. Peccato che nelle sale non è stato
possibile fotografare e pertanto le foto sono quelle trovate in rete.
Mostra “Milano e la Mala”
c/o Palazzo
Morando
via Sant’ Andrea
n.6
20121 Milano -MI-
dal 9 novembre 2017 al 11 febbraio 2018
Visitata il 11/11/2017
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