“Fatti ad Arte “ a Biella Piazzo – Biella -BI-
I Palazzi Storici di Biella Piazzo ospitano i grandi Maestri
Artigiani.
Dal
27 al 29 ottobre Biella Piazzo ha ospitato nei suoi suggestivi palazzi una
trentina di maestri d’arte provenienti da tutta Italia a testimoniare il loro
saper fare che fa dell’artigianato italiano un’eccellenza apprezzata in tutto
il mondo.
La
mostra-mercato ha riunito le eccellenze italiane: accanto ai maestri locali,
dalla Sicilia ecco i gioielli di lava dell’Etna; dalla Valle d’Aosta
l’abbigliamento tipico di montagna; Sanremo ha portato i mosaici e Genova i
gioielli in filigrana d’argento; Livorno gli affreschi; Trento gli oggetti in
legno torniti; Milano tappeti tessuti a mano; Venezia i tabarri. E ancora da
Torino erano esposti gli antichi lampadari restaurati, i giardini d’inverno, le
vetrate artistiche contemporanee; da Vercelli la falegnameria, il restauro e
gli affreschi; da Asti i distillati.
Oltre a una sezione enogastronomica era presente anche la Fondazione Monzino di Milano forte di 250 anni di tradizione liutaia.
Oltre a una sezione enogastronomica era presente anche la Fondazione Monzino di Milano forte di 250 anni di tradizione liutaia.
Una tre giorni di esposizione d’arte artigiana di eccellenza, di laboratori e momenti seminariali, con testimonianze di Maestri Artigiani e esperti, dibattiti che hanno reso più viva la comprensione di tutto quanto trattato durante l’evento; una vera e propria kermesse che si colloca tra l’esibizione e la dimostrazione di forme di Artigianato e Arte.
“Fatti
ad Arte”, è nata anche dall’esigenza di inquadrare la figura dell’artigiano e
del suo lavoro, quale espressione di qualità, di tecnica, tradizione ma anche
d’innovazione in una veste certamente più moderna.
A Biella Piazzo, all’interno di Palazzo Gromo Losa (aperto solo per l’inaugurazione venerdì 27 ottobre), Palazzo La Marmora e Palazzo Ferrero (vere sedi della manifestazione), nel naturale intreccio della loro storia con quelle delle attività artistiche, le esposizioni, i saperi dei maestri artigiani ed esperti che sono stati accolti nelle stanze dei palazzi, che ne sono diventati lo scenario elegante.
A Biella Piazzo, all’interno di Palazzo Gromo Losa (aperto solo per l’inaugurazione venerdì 27 ottobre), Palazzo La Marmora e Palazzo Ferrero (vere sedi della manifestazione), nel naturale intreccio della loro storia con quelle delle attività artistiche, le esposizioni, i saperi dei maestri artigiani ed esperti che sono stati accolti nelle stanze dei palazzi, che ne sono diventati lo scenario elegante.
Una
mostra / mercato ben riuscita e di livello in due location molto belle con le
sale ricche di affreschi, stupendi lampadari e giardini dai quali si gode
un’ottima vista sulla città sottostante.
Tra un palazzo e l'altro e in attesa di visitare la Sinagoga pausa pranza in Piazza Cisterna alla "Polenteria della Valle" per un ottimo piatto di polenta "concia" accompagnato da un buon bicchiere di vino perchè......quando ci vuole...ci vuole...!!!!!
Tra un palazzo e l'altro e in attesa di visitare la Sinagoga pausa pranza in Piazza Cisterna alla "Polenteria della Valle" per un ottimo piatto di polenta "concia" accompagnato da un buon bicchiere di vino perchè......quando ci vuole...ci vuole...!!!!!
Alcuni cenni tratti da
Wikipedia sui Palazzi Lamarmora e Ferrero, sedi della mostra.
Palazzo Lamarmora
Palazzo La Marmora è
un palazzo storico ed una sede museale del Piazzo di Biella.
Situato in corso del
Piazzo, ha una facciata lunga ottanta metri che risale al XVIII secolo.
Il palazzo celebra i
fasti di una delle più prestigiose casate del Piemonte, che nel corso del XVI
secolo si suddivise nei due rami principali dei marchesi della Marmora, che
avrebbero poi dato esponenti al Risorgimento italiano (vedi Ferrero della
Marmora) e dei Ferrero Fieschi principi di Masserano.
In parte adibito a
dimora privata e in parte ad uso culturale con mostre ed eventi, presenta,
oltre alle sale nobili del piano terreno, una pregevole Sala dei castelli
dell'inizio del XVII secolo in cui sono raffigurati i possedimenti della famiglia
con a completamento gli stemmi a ricordo delle unioni matrimoniali.
All'interno del
palazzo, oltre il cortile, un giardino conduce ad una serra.
Il complesso è una
casa museo che ha conservato, in otto secoli, l'originaria struttura unitaria
dal punto di vista architettonico, ma anche dal punto di vista degli arredi,
dei quadri e degli archivi che testimoniano sia le vicende delle diverse
generazioni della famiglia, sia aspetti della storia, dell'arte e dei costumi
delle diverse epoche.
D'impianto medioevale,
il Palazzo racconta la storia dei Ferrero della Marmora dal Rinascimento al
Risorgimento e si distingue oggi per l'imponente facciata neo classica (1789)
che si affaccia su corso del Piazzo.
Dal 2005 è sede del
Centro Studi Generazioni e Luoghi Archivi Alberti La Marmora. Un ente no-profit
che custodisce fondi archivistici di varie epoche e provenienze: dai documenti
fiorentini quattrocenteschi degli Alberti a quelli della famiglia Mori Ubaldini
degli Alberti del Sette-Ottocento, da quelli piemontesi Ferrero della Marmora,
ad alcuni fondi della famiglia bolognese Cavazza e all'archivio dello scrittore
novecentesco Guglielmo Alberti.
Si affaccia sul
giardino, la Torre ottagonale dei Masserano, fatta erigere da Sebastiano
Ferrero nella seconda metà del Quattrocento.
Palazzo Ferrero
Fu costruito tra il XV
e il XVI secolo dalla famiglia Ferrero. Besso era il capostipite dei Ferrero di
Biella e aveva due figli:
Sebastiano (1438-1519), da cui discendono i
Ferrero Principi di Masserano, proprietario del Palazzo.
Gian Enrico (1468-1525), da cui discendono
i Marchesi della Marmora che costruiscono, edificano e abitano tuttora
l'omonimo Palazzo.
Estintosi nel 1833 il
ramo dei Principi di Masserano, il Palazzo passa in eredità ai La Marmora sotto
il quale viene affittato ed utilizzato in diversi modi: nel 1836 diviene sede
degli uffici dell'intendenza, mentre dal 1854 al 1863 viene utilizzato come
fabbrica di tessuti e tintoria. I locatari di questi anni apportano diverse
modifiche allo stabile ed aggiungono delle strutture coperte nel giardino. Nel
1864 Ignazio Debernardi, medico originario di Zubiena, insieme all'albergatore
Giacinto Borello, affitta l'antico Palazzo di proprietà del Marchese Tommaso
della Marmora e ne fa uno stabilimento idroterapico. Lo stabilimento rimane in
attività fino alla fine del secolo.
All'inizio del 1900 la
famiglia La Marmora vende il Palazzo al Comune, tenendo però di sua proprietà
la torre ottagonale.
L'edificio viene
quindi adibito a convalescenziario militare e successivamente trasformato in
caserma fino al 1945.
Negli anni settanta il
Consiglio Comunale avvia un progetto di ristrutturazione del Palazzo e del
giardino, per il pubblico, e ne destina molti spazi alle attività delle
associazioni culturali biellesi.
Dal 17 marzo 2017 il
comune di Biella ha affidato la gestione all'ATS (Associazione Temporanea di
Scopo) “Palazzo Ferrero Miscele Culturali” nata con l’obiettivo di fare di
questo luogo un polo culturale della città di Biella.
Il Palazzo e le sue trasformazioni
Costruito tra il XV e
il XVI secolo dalla famiglia Ferrero, faceva parte di un'unica proprietà che
comprendeva quattro nuclei architettonici ben definiti: Palazzo Ferrero di
Masserano, Palazzo Ferrero della Marmora, la chiesa di San Sudario e Casa
Braja, tra Palazzo Ferrero di Masserano e la Chiesa. Le varie modifiche fatte
al Palazzo sono legate alla vicenda della famiglia che lo ha edificato. Infatti
i due Palazzi si formano nel corso del tempo con case e di lotti acquistati in
diversi momenti. Le prime tre acquisizioni di Ferrero vengono effettuate da
Besso nel 1450, nel 1459 e nel 1466. Seguono quelle fatte dal figlio Sebastiano
nel 1475 e quelle eseguite da Filiberto di Sebastiano nel 1527 e nel 1547. Da
dedurre che questi fabbricati e lotti vengono a costruire il Palazzo Ferrero di
Masserano. Il fronte che confina con il Palazzo La Marmora, sul quale si
possono vedere i vari interventi, avalla questa tesi. La facciata del Palazzo è
stata modificata nel corso dei secoli e molti segni del passato non sono più
leggibili. Tra la metà del XVI secolo e i primi decenni del XVII secolo il
Palazzo subisce una radicale trasformazione assumendo, soprattutto per la parte
di fabbrica orientale, la conformazione attuale. Mentre per il lato che volge
verso la Città ci sono indicazioni sulla sua evoluzione, per la parte del
Palazzo che invece volge verso la contrada del Piazzo, della quale non si hanno
notizie certe, se non in un documento datato 1777 in cui si descrive la
demolizione di un porticato che si snodava dalla chiesa di San Sudario, sino
alla parte meridionale del fronte del Palazzo. Dal punto di vista volumetrico
il Palazzo non subisce grosse trasformazioni sino a metà dell’800.
La Torre Ottagonale
La torre non è mai
stata pensata come torre forte ma fu eretta con semplice intenzione di
abbellimento del palazzo signorile con la possibilità di dominare sul magnifico
paesaggio, a conferma di questo sopravvive la leggenda che Sebastiano per molti
anni ministro in Milano ai tempi di Ludovico il Moro, quando tornò a Biella,
volle che fosse costruita sul suo Palazzo la Torre Ottagonale per vedere,
almeno da lontano, la guglia del Duomo.
Stabilimento
idroterapico
Con l’utilizzo come
stabilimento idroterapico e stazione climatica, il Palazzo subisce diverse
trasformazioni di rinnovamento nei locali e nell'arredamento tali da renderlo
un luogo estremamente elegante. Si costruisce un nuovo apposito locale
destinato alle operazioni idroterapiche e vi si impiantarono i più moderni
apparecchi di idroterapia. Di particolare rilievo le vasche in un pezzo solo di
candida porcellana: son le prime arrivate in Italia dall'Inghilterra. L’acqua è
quella freddissima di Oropa che abbondantemente rifornisce la città di Biella.
Oltre all'idroterapia si praticano le cure per le malattie croniche in genere e
quindi elettricità, aeroterapia, massaggio, ecc. Come stazione climatica è
ideale per le convalescenze delle malattie come il tifo e la scarlattina, la
malaria ecc. Diventa uno degli stabilimenti più rinomati del territorio meta di
ospiti illustri provenienti dall'Italia e dall'estero che venivano a “passare
le acque nel biellese”. Il Piazzo, rione nobile di Biella, permetteva di avere
una versione cittadina della villeggiatura: intrattenimenti musicali tutte le
sere, feste da ballo e concerti. Lo stabilimento rimane operativo fino al
dicembre del 1902 per volontà della Marchesa d’Harcour, vedova del Marchese
della Marmora, si risolve anticipatamente il contratto d’affitto con il Dottor
Ferraria che lo dirigeva. L’intenzione della Marchesa è di ripianare la
situazione finanziaria della famiglia, a causa degli ingenti debiti lasciati
dal marito e di affittare l’intero complesso che comprendeva: il giardino, la
chiesa di San Sudario e la torre; ai Padri Asinari di San Marzano che ne
avevano fatto richiesta, non pervenendo ad un accordo il Palazzo rimase sfitto
con un conseguente grave danno economico. Per risanare il patrimonio fu venduto
alla Città di Biella per 80.000 lire; resta esclusa dalla vendita la torre
ottagonale, che ad oggi ne è ancora la proprietaria.
PS. Alcune foto sono tratte dalla rete
“Fatti ad Arte “
c/o Palazzo La Marmora
e Palazzo Ferrero
Corso del Piazzo n.19 e 29
13900 Biella Piazzo -BI-
Il 27-28 e 29 ottobre 2017
Visitati il 29/10/2017
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