Albergo Diurno Venezia - Milano
Il Gran presepe metropolitano….sotterraneo..!!
Un
presepe d’artista sotterraneo nascosto in una sorta di grotta Art Déco nel
cuore di Milano. Il Fai, dal 3 dicembre all’8 gennaio, ha riaperto l’Albergo
Diurno Venezia e presenta al pubblico meneghino uno speciale presepe d’artista
immaginato da Francesco Tabusso.
E’
un presepe d’artista, opera di autori contemporanei che si sono messi insieme e
hanno realizzato delle sagome di legno dipinto che rappresentano tutti i personaggi
del tradizionale presepe, però in una veste e con un’interpretazione
underground”.
Un’
occasione unica per vedere anche il celebre “Albergo” in quest particolare allestimento
scenografico fatto di suoni e giochi di luce blu che richiamano l’effetto dell’acqua.
Si
sentono cadere gocce d'acqua, sul soffitto, dove da un oblò si sbircia il cielo
di Milano.
Il
luogo era un luogo termale, d’acqua, quindi perfettamente riuscito il collegamento
a questo elemento.
Maria,
Giuseppe e Gesù sono opera di Francesco Casorati e stanno finti come marionette
dentro un teatrino, sul cui tetto volano rondini e gabbiani.
Tra
i loculi sotterranei ormai deserti dove si curavano mani e piedi o si
acconciavano alla buona capelli, ci si rinfrescava o si accedeva alla zona
termale, spiccano le figure reinterpretate della Natività.
Un
luogo suggestivo, unico e carico di fascino e di storia.
Dobbiamo
assolutamente tutelare il nostro patrimonio e luoghi come questo vanno
protetti, vanno curati, ma anche e soprattutto vanno riaperti al pubblico. Grazie
al FAI che rende possibile la visita di questi angoli ricchi di fascino e che,
poco per volta, provvede al loro restauro in modo tale che ritornino a
“vivere”.
Oggi
come oggi c’è ancora molto da fare per riportare il Diurno al suo antico
splendore.
Un po’ di storia
tratta da Wikipedia:
“L'Albergo diurno
Venezia è una struttura costruita sotto piazza Oberdan a Milano, sul lato
all'angolo con via Tadino.
Venne progettato e
realizzato tra il 1923 ed il 1925 e inaugurato il 18 gennaio 1926.
Il suo nome ufficiale
era Albergo Diurno Metropolitano ed era aperto tutti i giorni dalle 7 alle 23.
La convenzione per la
concessione trentennale della piazza fu firmata il 24 novembre 1923
dall'assessore all'edilizia del Comune di Milano Cesare Chiodi e dagli
ingegneri Troiani, Cavacini e Masini in base al progetto dell'ingegner Troiani.
I tre ingegneri costituirono la Società Anonima Imprese Metropolitane
(S.A.I.M.) per la gestione dell'albergo diurno.
Sopra il Diurno era
prevista nella convenzione la erezione di un monumento a Guglielmo Oberdan, mai
realizzato. La piazza, precedentemente chiamata Piazzale Venezia, era stata
intitolata a Guglielmo Oberdan il 19 luglio 1923.
L'aspetto degli
apparati decorativi, degli arredi e di una parte della concezione
architettonica generale è da attribuire all'architetto Piero Portaluppi.
L'Albergo Diurno aveva
una lunghezza di 88 metri ed una larghezza di 14 metri circa ed occupava una
superficie di circa 1200 m². Era diviso in due parti, le terme verso via Tadino
e il salone degli artigiani verso corso Buenos Aires. Le terme, con accesso dal
lato di via Tadino, occupano due terzi della lunghezza e ospitano sei bagni di
lusso con vasca e i bagni semplici con doccia accessibili da due corridoi
paralleli.
Dall'ingresso
principale verso corso Buenos Aires si accedeva all'atrio, occupato negli
ultimi anni da un'agenzia viaggi e da un fotografo e al salone con due navate
laterali che ospitavano barbieri per uomo e donna, manicure e pedicure.[4]
Dalla porta in fondo al salone si accedeva al reparto terme, il cui corridoio
centrale ha come fondale una fontana con statua in bronzo di Igea, dea della
salute. La statua è dello scultore Luigi Fabris (Bassano del Grappa 1883-1952),
come documentato dalla firma.
Il corridoio centrale
è collegato ai due corridoi delle terme, al locale delle caldaie e ad una
uscita di sicurezza.
Nella piazza si
conservano due colonne di cemento che contengono i condotti di scarico dei fumi
della caldaia e dell'aria viziata. Sopra le scale di accesso vi erano due
pensiline, di cui solo quella su via Tadino si è conservata, ma senza vetri di
copertura. La pensilina verso corso Buenos Aires è stata rimossa quando è stata
costruita la Linea 1 della Metropolitana. L'accesso al Diurno è stato ricavato
dalla scala di accesso alla metropolitana. Una parte dell'atrio e i gabinetti
sono stati demoliti.
Nel 1985 la parte
Terme fu chiusa. Nel 1990 la struttura fu data in concessione al Consorzio
Oberdan Servizi, costituito dagli artigiani che vi lavoravano. Gran parte degli
artigiani lasciarono il Diurno alla metà degli anni novanta, vendendo una parte
degli arredi che consideravano di loro proprietà. L'ultimo barbiere per uomini,
Carmine Aiello, fu allontanato dal Comune di Milano il 16 giugno 2006 a causa
di un contenzioso legale. Successivamente, in seguito alla rottura di un
lucernaio di vetrocemento provocata dalla ruota di un mezzo di spazzatura
dell'AMSA, i lucernai vennero coperti di asfalto all'esterno e rinforzati con
tubi Innocenti dall'interno.
Nel 1995 la società
GTS di Bergamo propose al Comune di trasformarlo in beauty farm. Il progetto fu
fermato dall'architetto Italo Rota, che divenne nel 1996 assessore alla qualità
urbana della Giunta Formentini e che progettò la sua trasformazione in negozio,
pur conservando il salone, all'interno di un progetto di riqualificazione di
Piazza Oberdan e di modifica del mezzanino della stazione di Porta Venezia
della Linea 1 della Metropolitana di Milano.
La Direzione Regionale
per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia ha sottoposto a vincolo
monumentale il Diurno il 25 ottobre 2005.
La Provincia di
Milano, a partire dagli anni 2000, lo richiese al Comune per collegarlo alla
Spazio Oberdan e ospitarvi gli uffici e gli archivi della Cineteca Italiana. Il
progetto avrebbe dovuto essere finanziato con gli utili della partecipazione
nella Autostrada Serenissima, vincolati ad usi culturali.
La Giunta comunale
approvò il 3 febbraio 2006 il testo di una convenzione della durata di 25 anni
con la Provincia che questa non sottoscrisse mai in quanto i fondi furono
utilizzati per il restauro delle guglie del Duomo. Un tentativo della Provincia
di avviare nel 2010 un Programma Integrato di Intervento con la Regione, le
Ferrovie dello Stato e l'Atm fu abbandonato per mancanza di interesse da parte
delle varie istituzioni. Gli uffici della Cineteca Italiana si sono poi
trasferiti alla ex Manifattura Tabacchi in viale Fulvio Testi.
La proprietà della
struttura è pertanto rimasta al Comune di Milano il quale ha ipotizzato un suo
restauro con fondi propri, almeno per il salone degli artigiani o in
alternativa l'emissione di una bando per l'utilizzo da parte dei privati.
In seguito allo studio
di Stefano Masi e Pierfrancesco Sacerdoti sull'attribuzione a Portaluppi del
progetto di arredo, il FAI e la Fondazione Portaluppi hanno organizzato un
convegno sul Diurno a Villa Necchi il 4 febbraio 2014.
In seguito a tale
convegno il FAI, d'accordo con il Comune, ha aperto il Diurno sabato e domenica
22 e 23 marzo 2014 dalle 10 alle 17 nell'ambito delle Giornate di Primavera del
FAI, dopo che il Diurno è stato ripulito e fornito di illuminazione da parte
dei volontari del FAI.
Nel luglio 2015 il Fai
ha firmato una convenzione con il Comune impegnandosi a progettare e
raccogliere fondi per un progetto di restauro e apertura al pubblico del
Diurno.
Il 4 dicembre 2015 è
stato inaugurato dal Comune il lato ovest di piazza Oberdan sopra il Diurno
oggetto di recupero con parziale pedonalizzazione e restauro delle colonne e
della pensilina sotto la supervisione della Soprintendenza Belle Arti e
Paesaggio di Milano .
Il FAI apre una volta
al mese il Diurno al pubblico con visite guidate oltre ad organizzare eventi
come installazioni di arte moderna, recite teatrali ed altro. Le prenotazioni
sono gestite dal sito del FAI.”
Albergo Diurno Venezia
Piazza Guglielmo Oberdan
Tel. 02 659 2330
Aperto dal 3 dicembre 2016 all’
8 gennaio 2017 dal lunedì al venerdì dalle 12,30 alle 19, 30, apertura
prolungata dalle 10 alle 20 sabato, domenica, Sant'Ambrogio e Immacolata. Dalle
10 alle 16 il 24 e il 31, unici giorni di chiusura il 25 e l'1. Entrata presso
la MM1 Porta Venezia, ingresso libero
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