CAMPARINO in
galleria -Milano -MI-
Dove la storia dell'aperitivo è diventata leggenda.
Quando
si varca la soglia del " Camparino in Galleria" sembra di immergersi
nella storia, quella della vecchia Milano e dei personaggi illustri che hano
frequentato il locale.
Gli
arredi del bar sono quelli originali dell’epoca e sprigionano eleganza d’altri
tempi così come i mosaici che adornano la sala: la vista con affaccio sulla
Galleria e sul Duomo da sola vale la visita.
Il
dehor, direttamente in Galleria, consente di sorseggiare un caffè o un
aperitivo, osservando la Milano che “corre”, anche se in questo lento periodo
di ripresa i flussi sono decisamente diminuiti rispetto al passato: ma vedrete
Milano riuscirà a rialzarsi quanto prima.
Il
locale si suddivide in tre zone distinte: al piano terra il Bar di Passo con il
Dehor, al primo piano la Sala Spiritello (completamente rinnovata) dove
I
Barman e il personale sono altamente professionali e riescono a soddisfare ogni
esigenza dei clienti: noi abbiamo provato il Campari soda con degli stuzzichini
invitanti e mai banali (esempio: quelle che vedete nella foto e sembrano olive
in realtà sono delle piccole pesche): servizio impeccabile degno dell’eleganza
della struttura.
Prezzi
certamente non popolari ma giustificati per l’ottima varietà di cocktails e di
aperitivi per il servizio e gli accostamenti dei piatti proposti: tra questi
spicca l’accompagnamento dei migliori Pan’cot ideati dallo Chef stellato Davide
Oldani.
Insomma,
un’esperienza unica in uno dei più affascinanti e storici locali della
metropoli meneghina. Assolutamente
da provare: il luogo dove anche un semplice aperitivo si trasforma per unicità in
un rituale, immersi nel Salotto della città.
L’atmosfera perfetta per scrivere una storia indimenticabile: la storia dell’aperitivo italiano.
La
storia tratta dal sito del locale.
Le luci della Galleria.
Tutto iniziò nel lontano 1867, la
Galleria Vittorio Emanuele II era stata ultimata da poco e Gaspare Campari –
inventore dell’omonimo bitter – aprì il famoso Caffè Campari, all’angolo con
Piazza Duomo. Il 14 novembre dello stesso anno nacque Davide Campari, figlio di
Gaspare, entrato nella storia di Milano anche per essere stato il primo
cittadino venuto alla luce in Galleria.
L’apertura del Camparino in Galleria.
Nel 1915, all’età di 48 anni, Davide
Campari aprì il Camparino come “fratello minore” del Caffè Campari. A
differenza di quest’ultimo, Camparino era dotato di un innovativo sistema che
garantiva un flusso continuo di acqua gassata direttamente dalle cantine,
offrendo così ai suoi numerosi clienti un Campari e soda sempre perfetto e
refrigerato. Altri elementi di vanto del locale erano gli arredi liberty, che
furono realizzati da famosi artisti e artigiani italiani, in linea con i canoni
estetici arrivati in Europa con l’Art Nouveau: gli interni sono opera, tra gli
altri, del celebre ebanista Eugenio Quarti, del mastro ferraio Alessandro
Mazzucotelli e del pittore Angelo d’Andrea, che fu autore dell’iconico mosaico
simbolo del Bar di Passo.
Il Camparino divenne in breve tempo
un’istituzione per i milanesi: non solo perché qui l’aperitivo si trasformò in
rito, ma anche perché fu un luogo di ritrovo per intellettuali e celebrità che,
tra un Campari e l’altro, si incontravano per discutere di politica e cultura.
Arrigo Boito, Tommaso Marinetti e altri esponenti del movimento della
Scapigliatura erano assidui frequentatori del locale.
Sotto la famiglia Miani.
Fra il 13 e il 15 agosto del 1943, la
Galleria e il Camparino furono pesantemente colpiti dai tristemente noti raid
aerei degli Alleati. Tuttavia, al termine del secondo conflitto mondiale, il
locale venne preso in gestione da Guglielmo Miani, sarto pugliese arrivato a
Milano nel 1922, e dalla sua famiglia che ne è rimasta alla guida fino al 2018.
Un locale nuovo.
Sotto la gestione della famiglia Miani
vennero, nel corso degli anni realizzate molte trasformazioni: furono eseguiti
nel 1990 i lavori di espansione del locale che incorporò gli spazi dell’ex Libreria
dello Stato, situata proprio a fianco del Camparino, e avviate numerose e
proficue collaborazioni con Campari Group.
UNA STORIA LUNGA OLTRE 100 ANNI.
Le luci della Galleria.
Tutto iniziò nel lontano 1867, la
Galleria Vittorio Emanuele II era stata ultimata da poco e Gaspare Campari –
inventore dell’omonimo bitter – aprì il famoso Caffè Campari, all’angolo con
Piazza Duomo. Il 14 novembre dello stesso anno nacque Davide Campari, figlio di
Gaspare, entrato nella storia di Milano anche per essere stato il primo
cittadino venuto alla luce in Galleria.
Nel 1915, all’età di 48 anni, Davide
Campari aprì il Camparino come “fratello minore” del Caffè Campari. A
differenza di quest’ultimo, Camparino era dotato di un innovativo sistema che
garantiva un flusso continuo di acqua gassata direttamente dalle cantine,
offrendo così ai suoi numerosi clienti un Campari e soda sempre perfetto e
refrigerato. Altri elementi di vanto del locale erano gli arredi liberty, che
furono realizzati da famosi artisti e artigiani italiani, in linea con i canoni
estetici arrivati in Europa con l’Art Nouveau: gli interni sono opera, tra gli
altri, del celebre ebanista Eugenio Quarti, del mastro ferraio Alessandro
Mazzucotelli e del pittore Angelo d’Andrea, che fu autore dell’iconico mosaico
simbolo del Bar di Passo.
Il Camparino divenne in breve tempo
un’istituzione per i milanesi: non solo perché qui l’aperitivo si trasformò in
rito, ma anche perché fu un luogo di ritrovo per intellettuali e celebrità che,
tra un Campari e l’altro, si incontravano per discutere di politica e cultura.
Arrigo Boito, Tommaso Marinetti e altri esponenti del movimento della
Scapigliatura erano assidui frequentatori del locale.
Sotto la famiglia Miani.
Fra il 13 e il 15 agosto del 1943, la
Galleria e il Camparino furono pesantemente colpiti dai tristemente noti raid
aerei degli Alleati. Tuttavia, al termine del secondo conflitto mondiale, il
locale venne preso in gestione da Guglielmo Miani, sarto pugliese arrivato a
Milano nel 1922, e dalla sua famiglia che ne è rimasta alla guida fino al 2018.
Un locale nuovo.
Sotto la gestione della famiglia Miani
vennero, nel corso degli anni realizzate molte trasformazioni: furono eseguiti
nel 1990 i lavori di espansione del locale che incorporò gli spazi dell’ex
Libreria dello Stato, situata proprio a fianco del Camparino, e avviate
numerose e proficue collaborazioni con Campari Group.
Oggi.
Camparino in Galleria, situato nel cuore
di Milano, è l’unione moderna e audace di un passato iconico e di una
contemporaneità vivace. Il mix di dinamismo intellettuale e bellezza
architettonica trova la sua massima espressione nella ricercatezza e nel gusto
dei suoi cocktail, del suo cibo e della sua atmosfera. Un luogo per tutti, ieri
come oggi, che ogni giorno accoglie e scrive nuove storie e fa sentire la sua
eco italiana in tutto il mondo.
Il Camparino è il luogo in cui un
semplice aperitivo diventa leggenda e dove le celebrità si mescolano da sempre
con la gente comune: è stato il teatro in cui nacquero alcune delle tendenze
che avrebbero fatto moda negli anni a venire, ed è stata la cornice
privilegiata dei dibattiti politici più sinceri.
Anche per questo, è la location preferita
dei trendsetters della città, un terreno fertile per nuove idee, un luogo dove
pensieri e ambizioni si mescolano e trovano voce, accompagnati dal sapore
ristoratore di Campari e da un’atmosfera unica.
Ps. Alcune foto sono tratte dalla rete.
CAMPARINO Piazza del Duomo n.2120121 Milano –MI-Tel. 02 8646 4435Sempre aperto
Visitato il 23/07/2020