Il Comune di Milano ci regala il Perugino per Natale.
Ed
ecco che, come tutti gli anni, il Comune di Milano regala un’opera d’arte da
poter ammirare ai milanesi e non solo: quest’anno è la volta dell’opera del
Perugino l’ Adorazione dei Magi.
Approfittando
dell’orario della pausa pranzo, per evitare lunghe code di attesa, eccoci di
fronte alla sede del Comune di Milano in piazza della Scala.
Una
ventina di minuti, forse anche meno, ed eccoci all’interno del palazzo dove in
Sala Alessi e fino al prossimo 13 gennaio è esposta la celebre tavola del
Perugino “Adorazione dei Magi” (olio su tavola, 242 x 180 cm) che giunge a
Milano direttamente dal laboratorio di restauro dove un sapiente lavoro ne ha
riportato i colori allo splendore originale. Finita l’esposizione tornerà ad
essere conservata nella Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.
L'opera
realizzata intorno al 1475 è attribuita al periodo giovanile dell'artista e
rappresenta il primo significativo impegno di Pietro Cristoforo Vannucci a
Perugia. Il dipinto fu realizzato per la chiesa perugina di Santa Maria dei
Servi e costituisce una delle opere più emblematiche per comprendere gli
sviluppi dell’arte italiana nell’ultimo quarto del XV secolo.
Ricordata
per la prima volta dal Vasari nell’edizione giuntina delle “Vite” (1568), la
sua attribuzione è stata a lungo dibattuta tra la seconda metà dell’Ottocento e
gli inizi del Novecento, a causa della complessità dei riferimenti culturali
presenti nella tavola.
La
definitiva risoluzione della questione attributiva si deve solo ad Adolfo
Venturi (1911), il quale – sposando l’opinione del Vasari – assegna l’opera al
Perugino giovane, riconoscendovi una serie di riferimenti stilistici eterogenei
ma tutti di uguale importanza che vanno dal Verrocchio ai fratelli Pollaiolo
fino a Piero della Francesca, suo probabile maestro.
Successivamente
il nome di Perugino non è stato messo in discussione e sono stati anzi
individuati nessi sempre più stringenti con la produzione matura dell’artista.
Il
riconoscimento nell’Adorazione dei Magi di un cripto-ritratto del Perugino si
deve invece al Von Ruhmor (1827), che confronta l’effige del giovane in
berretta rossa all’estrema sinistra della composizione con quella – invecchiata
e appesantita, ma certamente corrispondente nei lineamenti – del certo
autoritratto affrescato dal maestro ormai cinquantenne nel 1500 circa sulle
pareti del Collegio del Cambio a Perugia. Si tratta di un particolare
importante, che ha agevolato sia l’attribuzione, che la datazione della tavola.
L’età del pittore, stimata tra i 25 e i 30 anni, ha indotto infatti gli
studiosi a collocare l’esecuzione dell’opera intorno al 1475.
La
scena è impostata in maniera tradizionale, con la capanna della Natività sulla
destra e il corteo, non particolarmente lungo per il formato verticale
dell'opera, che si accalca sulla destra, secondo un andamento orizzontale.
Sullo sfondo, oltre il reconto del bue e l'asinello, si apre un paesaggio di
rocce e colline, che dimostra la conoscenza della prospettiva aerea.
A
destra si trova la Vergine con il Bambino benedicente sulle ginocchia, dietro
la quale veglia san Giuseppe in piedi col bastone. A sinistra il re più anziano
si è già inginocchiato in adorazione, mentre gli altri due, quello giovane e
quello maturo, stanno porgendo cerimoniosamente i loro doni. Il corteo è
affollato da personaggi con fattezze che si ritrovano poi anche in altre opere
dell'artista (nonché in quelle della scuola umbra), come il ragazzo col
turbante e i giovani biondi in pose raffinate ed eleganti. Pare che il giovane
all'estrema sinistra possa essere un autoritratto dell'artista.
L'aspetto
generale dell'opera è fortemente legato alla bottega di Verrocchio, dove
l'artista fece il suo apprendistato, per il disegno molto marcato delle figure
e per alcuni esiti simili ad altre opere coeve di artisti della bottega, che si
giustificano con l'esistenza di modelli comuni. I personaggi si affollano
secondo un gusto ancora tardogotico, e sono robusti e massicci alla Fiorenzo di
Lorenzo, pittore perugino forse primo maestro del Vannucci. Manca ancora
l'elaborazione di un ritmo nella composizione, anche se è già accennato almeno
nelle pose artefatte dei Magi in piedi. L'integrazione tra figure e paesaggio è
derivata da Piero della Francesca, sebbene con un linguaggio più accattivante e
colloquiale, mentre il linearismo del Verrocchio viene depurato dei suoi tratti
più nervosi ed espressionistici.
Una
visita interessantissima e ben spiegata dalla giovane guida, preparata e molto
appassionata.
Da
non perdere ……….. ed è, come sempre, gratuita.
Adorazione dei Magi
c/o Palazzo Marino
Piazza della Scala
n.2
20123 Milano –MI-
Ingresso Gratuito
Dal 1 dicembre 2018 al 13
gennaio 2019
Visitata l’ 08/12/2018
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