Consigli di viaggio: Visita alla città di CREMONA
Cremona, la città delle 3 T
Touròon, Turàs,
Tetàss, ma anche affreschi, mostarda, torrone e Stradivari…
Anche
in questi giorni di nebbia una gita a Cremona è sempre comunque affascinate.
Cremona conta oltre 72.000 abitanti e
si stende nella Pianura Padana, poco distante dal Po. Cremona è conosciuta nel
mondo come “Città d’Arte e della Musica”. Oltre che per la ricchezza
naturalistica del suo territorio, la provincia di Cremona si distingue fra le
mete culturali del nord Italia per la presenza di centri storici di grande
valore ed una attività culturale e artistica vivace e in continua crescita.
Fra
le tradizioni ancor oggi vive che danno a Cremona lustro a livello mondiale,
l’attività di botteghe di liutai continua ininterrotta da diversi secoli,
confermando Cremona la capitale della arte della liuteria.
Gli Amati, i
Guarneri e i più noti Stradivari, sono fra le famiglie di Cremona e provincia
che hanno contribuito in maniera determinante alla storia della musica,
realizzando alcuni degli strumenti di massimo pregio a livello mondiale.
Una visita alla città può iniziare
dalla centrale Piazza del Comune, una delle piazze medioevali più belle
d’Italia, già fulcro del castrum romano. Ne costituiscono le quinte monumentali
il Duomo, il Torrazzo, il Battistero, la Loggia dei Militi e il Palazzo del
Comune. La Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, è un capolavoro
dell’architettura medievale dei primi anni del XII secolo, con in facciata uno
splendido protiro dotato di leoni stilofori. Il suo campanile, il Torrazzo, è
il più alto d’Italia (121 m). Lo si sale percorrendo oltre 500 gradini.
Dall’altro lato della piazza vi sono i portici della Loggia dei Militi,
edificio civile gotico del 1292, e il Palazzo del Comune, edificato nel XIII
secolo nelle tipiche forme del broletto lombardo. Chiude la piazza a sud il
Battistero a pianta ottagonale, dedicato a San Giovanni. A nord, nel
cinquecentesco Palazzo Affaitati ha sede il Museo Civico Ala-Ponzone, con la
Pinacoteca e il Museo Stradivariano, contenente pezzi di inestimabile valore
del famoso liutaio cremonese.
Percorrendo verso nord il vicino Corso Garibaldi si giunge a Palazzo Raimondi, che ospita la Scuola Internazionale di Liuteria, fondata nel 1938. Sullo stesso corso c’è la Chiesa di Sant’Agata, con la facciata neoclassica di Luigi Voghera in forma di tempio ionico. Di fronte si erge il Palazzo Cittanova, del 1265, con arcate gotiche e merlatura di coronamento a freccia. Poco più a sud, la Chiesa di Santa Margherita è uno splendido esempio del manierismo cinquecentesco di Giulio Campi.
Percorrendo verso nord il vicino Corso Garibaldi si giunge a Palazzo Raimondi, che ospita la Scuola Internazionale di Liuteria, fondata nel 1938. Sullo stesso corso c’è la Chiesa di Sant’Agata, con la facciata neoclassica di Luigi Voghera in forma di tempio ionico. Di fronte si erge il Palazzo Cittanova, del 1265, con arcate gotiche e merlatura di coronamento a freccia. Poco più a sud, la Chiesa di Santa Margherita è uno splendido esempio del manierismo cinquecentesco di Giulio Campi.
E ancora
proseguendo nella stessa direzione si può raggiungere la Chiesa di
Sant’Agostino, sorta a metà del Trecento, con l’austera facciata a cinque
rosoni. Se dal Torrazzo si va ad ovest si raggiunge il Teatro Ponchielli,
inaugurato nel 1908 e progettato dall’architetto
Luigi Canonica su una precedente edificio distrutto da un incendio. Dalla parte opposta del centro, in Corso Matteotti, il Palazzo Fodri, del 1490, rappresenta uno dei migliori esempi di edificio signorile del Rinascimento Lombardo.
Luigi Canonica su una precedente edificio distrutto da un incendio. Dalla parte opposta del centro, in Corso Matteotti, il Palazzo Fodri, del 1490, rappresenta uno dei migliori esempi di edificio signorile del Rinascimento Lombardo.
Cremona, per la sua posizione, divide i
suoi piatti migliori fra quelli di pesce del Po ed quelli con i prodotti tipici
della ricca pianura padana. Se si mangia in una trattoria in riva al fiume sarà
il “Pez in aion”, cioè pesce in carpione a conquistarci, ma se vogliamo
prodotti veramente ottimi di questa terra, dovremo assaggiare i salumi tra i
quali spicca il “Ciüta”, un gustoso cotechino, ed i formaggi, naturalmente il
Provolone ed il famosissimo Grana Padano. Solo a Cremona si trova il
rinascimentale "Timballo di piccione" e, per i golosi esperti, il
Torrone, tipico dolce preparato secondo antiche tradizioni, che si distingue da
ogni altro. Fra i piatti tipici ricordiamo i Marubini in brodo, il Gran Bollito
Cremonese e la Mostarda di Cremona.
Alcuni cenni sui principali monumenti:
Chiesa di Sant'Agata
La Chiesa di Sant'Agata prospetta su
Corso Garibaldi. Esistente fin dal 1078, essa fu ricostruita – su disegno
dell’architetto Luigi Voghera – a somiglianza del Panteon di Roma.
In facciata, notevole è il timpano
dell’architrave nel quale, a mezzo rilievo, vi è il capolavoro del Seleroni, il
Martirio di Sant’Agata. Il vicino campanile romanico e cuspidato, a bifore e
trifore, risale al Duecento.
Nell’interno, a croce latina a cinque
navate, caratterizzate da eleganti proporzioni, si trova il Mausoleo della
famiglia Trecchi, opera stupenda di Gian Cristoforo Romano (1502), unico in
Italia. In controfacciata si trova la Moltiplicazione dei pani, opera di
Marc’Antonio Ghislina, e due dipinti di Bernardino Campi (1568). Sopra l’altare
si conserva la preziosa Tavola di Sant’Agata (fine XIII secolo), detta anche
Tavola dell’angelo, capolavoro di un anonimo maestro della pittura lombarda
duecentesca, che raffigura su una faccia Storie della Santa e sull’altra
Madonna col Bambino e Pentecoste. La Chiesa è poi arricchita da varie opere di
grandi artisti del Cinquecento e del Seicento, tra i quali: Giulio Campi,
Angelo Massarotti, Giovan Battista Trotti detto il Malosso, Boccaccio
Boccaccino, Gervasio Gatti ed altri.
Chiesa di Santa Margherita
La Chiesa di Santa Margherita sorge in
Via Sigismondo Trecchi ed è considerata uno dei maggiori esempi di manierismo
cremonese. La Chiesa, dedicata alle Sante Margherita e Pelagia, fu costruita
alla metà del Cinquecento e coniuga gli interessi umanistico-letterari del
committente – Marco Girolamo Vida, vescovo di Alba – con i principi
architettonici e artistici del suo realizzatore, Giulio Campi. Quest’ultimo,
insieme al fratello Antonio, fu autore anche della decorazione interna
dell’edificio. Dal 1589 al 1887, l’annesso convento fu sede del Seminario di
Cremona. A cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, la Chiesa passò un lungo
periodo di abbandono e di chiusura. Riaperto al culto nel 1929, l’edificio
divenne sede privilegiata della devozione a Santa Rita da Cascia. Infine, nel
1989, la Chiesa è stata trasformata in rettoria, quindi in una chiesa senza
cura d’anime, ma non dipendente da altra chiesa parrocchiale.
La facciata, composta da quattro
paraste che reggono la trabeazione sormontata da un frontone triangolare, è in
stile dorico, che si mantiene anche all’interno. Essa è ritmata dal contrasto
tra il bianco del rivestimento in pietra e il rosso del cotto delle paraste.
L’interno è ad unica navata, coperta da
una volta a botte. Le pareti sono ritmate da lesene binate, tra cui sono
compresi altari. Gli affreschi che decorano sia la volta sia le pareti laterali
rappresentano storie dell’Antico Testamento ed episodi evangelici, tesi a
esaltare la figura di Cristo. Nelle piccole nicchie che si aprono lungo la
navata, sono presenti statue di apostoli in terracotta dipinta di nero,
realizzate da Antonio Campi.
Duomo di Cremona
Il Duomo di Cremona, che prospetta su
Piazza del Comune, è il massimo tempio della città, uno dei più ragguardevoli
della Lombardia e forse d’Italia. Come si legge nella pietra di fondazione –
ora conservata nella Sagrestia dei Canonici – i lavori di costruzione
iniziarono nel 1107, sotto il pontificato di Pasquale II. Consacrato nel 1190,
l’edificio era in forma di basilica; più tardi fu ridotto a forma di croce
latina. Esso crebbe e si arricchì di opere d'arte nei secoli successivi,
specialmente nel Cinquecento, fino a costituire una straordinaria sintesi di
stili e un capolavoro indiscusso dell'arte medievale.
La facciata del Duomo è una sorta di
museo a cielo aperto di arte scultorea in cui spiccano, sopra il protiro, la
Madonna col Bambino affiancata dai due patroni della città, Sant’Imerio e
Sant’Omobono e il Fregio marmoreo dei Mesi, opera della scuola di Benedetto
Antelami.
L’interno, a tre navate, ha un aspetto
monumentale, sia per le dimensioni, sia per il sontuoso apparato decorativo.
Lungo la navata centrale corre la galleria dei matronei, con bifore e polifore.
L’ampia fascia affrescata compresa tra gli archi e i matronei illustra episodi
della Vita della Vergine e di Cristo, realizzati tra il 1514 e il 1529 da
Boccaccio Boccaccino, Gianfrancesco Bembo, Altobello Melone, Girolamo Romanino,
Bernardino Gatti e il Pordenone. La zona presbiterale presenta alcuni dipinti
dei tre fratelli Campi, la grandiosa Ancona in legno che racchiude l’Assunta di
Gatti, il coro canonicale a due ordini di stalli, stupefacente opera di
intaglio ed intarsio ligneo di Giovanni Maria da Piadena detto il Platina.
Sotto il presbiterio si estende la cripta, certamente la parte più antica della
Cattedrale. Qui si conservano le spoglie del Santo Patrono di Cremona, Omobono
Tucenghi morto nel 1197, primo santo laico e borghese della Chiesa romana. Nel
transetto settentrionale degna di rilievo la Grande Croce, capolavoro
dell’oreficeria lombarda rinascimentale realizzato tra il 1470 e il 1478 dagli
argentieri Pozzi e Sacchi.
Palazzo Cittanova
Palazzo Cittanova sorge in Corso
Garibaldi ed è una costruzione di epoca medioevale. Venne infatti edificato nel
Duecento dalla fazione guelfa di Cremona, su disegno degli architetti Bontempo
e Pastore. Morto Federico II, Buoso da Dovara instaurò una signoria ghibellina,
con l'appoggio degli aristocratici (1254). Allora, la parte guelfa della città,
di estrazione popolare, formò il proprio centro di potere nel quartiere
Cittanova dove costruì l'omonimo palazzo. Lo schema costruttivo è quello tipico
del broletto lombardo a blocco unico, contornato da trifore e coperto da
cassettonato ligneo, con portico ad archi ogivali al piano terreno e ampio
salone superiore.
Il Palazzo ebbe nei secoli diverse
destinazioni d’uso: fino al 1300 circa, vi si riunivano i componenti del Consiglio
della Città Nova; nel 1412 il Palazzo fu assegnato alla Corporazione dei
Mercanti; nel 1756 fu adibito a caserma e nel 1805 diventò sede dell'Archivio
Notarile. In relazione ai cambiamenti d'uso, l’edificio subì profonde modifiche
e ristrutturazioni. Un restauro radicale attuato alla fine del Novecento ne ha
ripristinato l'aspetto originario. Ora la grande aula è destinata a concerti, a
convegni e ad altre manifestazioni culturali.
Palazzo del Comune
Il Palazzo del Comune domina una delle
più suggestive piazze medievali d’Italia: Piazza del Comune. Come attesta una
lapide in facciata, l’austero edificio fu eretto a partire dal 1206. E’ un
edificio a pianta irregolare, nelle tipiche forme del broletto lombardo.
Nel 1245 la struttura fu notevolmente
ampliata con l’aggiunta delle tre ali che delimitano il cortile e
l’inglobamento della Torre Civica. Altri significativi interventi furono
attuati a partire dalla seconda metà del Quattrocento fino alla ottocentesca
sistemazione della facciata ad opera del Voghera. Sono riconoscibili tre fasce:
i portici con archi a sesto acuto, le trifore trasformate in monofore nel 1496,
e la fascia di coronamento merlata. Sotto il portico, sul lato dell’arengario,
si conservano resti degli originari affreschi duecenteschi, mentre nelle volte
e nelle lunette vanno ascritti alle ristrutturazioni rinascimentali.
Oggi il piano superiore ospita la
collezione civica che ha reso celebre la città come capitale mondiale della
liuteria: GLI ARCHI DI PALAZZO COMUNALE. Tra i vari capolavori della
collezione, spiccano: il violino Carlo IX di Francia di Andrea Amati, del 1566;
l’Hammerle di Nicolò Amati; il Cremonese, costruito da Antonio Stradivari nel
1715; lo Stauffer di Giuseppe Guarneri detto del Gesù; una viola Girolamo Amati
del 1615.
Torrazzo
Simbolo di Cremona e campanile del
Duomo, il Torrazzo – con i suoi 121 metri d’altezza – domina la sottostante
Piazza del Comune. E’ la più alta torre campanaria in muratura d’Europa, ed ha
conosciuto quattro fasi di sviluppo, tra il terzo decennio del Duecento e il
1309, anno in cui sarebbe stata terminata la guglia.
La struttura dell’edificio si
caratterizza per la presenza di una base quadrata a doppia canna, costituita
cioè da due torri, una inserita nell’altra, tra le quali si sviluppa una
scalinata. Lo stile del Torrazzo si ispira al romanico tiburio lombardo e alla
torre nolare d'origine borgognona (fine XII secolo) armonicamente fusi.
Sull’esterno, realizzato in mattoni, è
stato incastonato uno dei più grandi orologi astronomici al mondo che, con il
suo complesso congegno indica ore, giorni, mesi, fasi lunari, eclissi di sole e
luna, congiunzioni zodiacali; fu realizzato da Giovanni Francesco e Giovanni
Battista Divizioli negli anni ottanta del Cinquecento. La decorazione del
quadrante è opera dei pittori Dordoni e Pesenti; recentemente è stata rifatta
da Mario Busini.
Famosa è la scalinata interna, di quasi
500 gradini, naturalmente tra le più lunghe e difficili d’Italia. Sulla cima si
ha una bellissima vista della città e dei suoi dintorni, della corona delle
Alpi e degli Appennini, di buona parte della Pianura Padana: per questa sua
caratteristica, il Torrazzo fu utilizzato anche come vedetta militare, per la
difesa del territorio.
Affermare che Piazza del Comune di
Cremona è una delle più belle del mondo è quasi limitativo. Descrivere i
singoli particolari di questi monumenti richiederebbe fiumi d'inchiostro, ma
per far capire che è un "dovere" visitarla, dovrebbe essere
sufficiente sottolineare che la Cattedrale, per i suoi incredibili affreschi, è
definita la "Cappella Sistina padana". In particolare, nella
controfacciata, la scena della Deposizione, realizzata nel 1519 da Giovanni
Antonio de' Sacchis detto il Pordenone, probabilmente ispirata al "Cristo
morto del Mantegna", ha un singolare effetto ottico, in grado di dare allo
spettatore una doppia prospettiva da destra e da sinistra. Ma c'è di più, lo
sky line di Cremona è unico in Italia, affiancando al campanile un minareto (di
origini incerte), sito in di Via del Cistello.
Agli Stradivari, i maestri
liutai più famosi al mondo, Cremona dedica Il Museo Stradivariano e l Museo del
Violino, con l'Auditorium Giovanni Arvedi, la cui acustica, studiata
dall'ingegnere Yasuhisa Toyota, ha raggiunto un livello di perfezione che ne
consente anche l'utilizzo come sala di incisione. Tornando alle altre 2 T,
sono squisitezze imperdibili il Touròon, ovvero il torrone di Cremona, variante
di quello classico, e la mostarda, da accompagnare al carrello dei lessi. Ma è
la terza T, le prosperose Tetàss, quella che solo pochi eletti avranno la
possibilità, il privilegio e, soprattutto, "l'assoluto piacere di
gustare"! A buon intenditor…..
Consigli utili:
Per dormire:
HOTEL CONTINENTAL in piazza Libertà
n.26
Per mangiare:
Per il torrone:
Buon
Viaggio…..!!!!!!!!