Visitare Bologna nel weekend -Bologna -BO-
La Dotta, la Rossa, la Grassa……….!!
La Dotta, la Rossa, la Grassa: così è definita Bologna, capoluogo dell’ Emilia Romagna. La Dotta per la presenza di una delle più antiche Università d’Italia che ancora oggi continua ad attrarre studenti italiani e stranieri e a mantenere il suo ruolo di attivissimo centro culturale.
Bologna la Rossa per il colore che i tetti e le case danno alla città, mantenendo vivi i colori tipici dell’epoca medievale. Bologna la Grassa per la gustosa e sublime gastronomia: la cucina bolognese è conosciuta in tutto il mondo ed ha conquistato anche i palati più severi. Ovviamente Bologna non è solo questo: ad esempio ha degli straordinari luoghi dello spirito, come la chiesa di San Luca a cui si giunge attraversando 6 km di portici o il complesso delle 7 chiese, scenografico e bellissimo, la chiesa di Santa Maria con lo straordinario “Compianto”. Insomma, Bologna è una delle più belle città italiane, e ecco a seguire le principali cose da fare e vedere durante un week end.
Bologna è una città davvero imperdibile: le sue principali caratteristiche sono i portici (lunghi ben 40 chilometri!) e le torri (una volta erano più di cento, oggi ne possiamo contare 24).
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Via dell’Indipendenza. |
Se avete un hotel nei pressi della stazione, e ce ne sono parecchi o arrivate in treno, via dell’Indipendenza collega la stazione Bologna Centrale con Piazza Maggiore. E’ la via dello shopping della città, ricca di negozi di abbigliamento e non solo.
Giunti in Piazza Maggiore, il salotto di Bologna, che è il principale luogo di ritrovo dei bolognesi sulla destra si può ammirare la Fontana del Nettuno, uno dei simboli della città, opera dello scultore Giambologna.
Sulla piazza si affacciano alcuni importanti palazzi storici: Palazzo d’Accursio o Comunale, Palazzo dei Banchi e, al centro, Palazzo del Podestà, costruito nel 1200 per svolgere le funzioni pubbliche.
Una simpatica curiosità che non tutti sanno riguardo a Bologna è che sotto al Palazzo del Podestà, proprio a due passi da Piazza Maggiore, si trova un grande voltone denominato per l’appunto voltone del Podestà.
La sua particolarità deriva dal fatto di trovarsi proprio sotto alla torre dell’Arengo che non ha una base ma si appoggia proprio sul voltone, sorretto da 4 pilastri che vanno a formare 4 angoli.
Il risultato? Se passate di lì e siete in due posizionatevi con la faccia rivolta agli angoli opposti di due pilastri (a croce per intenderci) e parlate a voce bassa, anche sussurrando: riuscirete a sentirvi.
La particolare forma del voltone, che fa da base alla torre, crea infatti un particolare effetto acustico.
Molto divertente, da provare!
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Biblioteca Salaborsa. |
All’interno di Palazzo d’Accursio si trova la Biblioteca Salaborsa: essa custodisce, al di sotto della pavimentazione trasparente, alcuni reperti archeologici appartenenti a varie civiltà: edifici pubblici e religiosi, la Basilica civile di Bononia, tre pozzi di acqua di falda e molto altro. La visita è molto interessante.
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Basilica di San Petronio. |
Sempre in Piazza Maggiore si trova la Basilica di San Petronio che è la chiesa più importante di Bologna e una delle più grandi del mondo: è lunga 132 metri, larga 60 e alta 51. Merita senza ombra di dubbio una visita all’interno.
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Museo Civico Archeologico. |
In via dell’Archiginnasio al 2 si trova Il Museo Civico Archeologico dove è conservata una delle più ampie collezioni di reperti egizi d’Italia e d’Europa (circa 3500 pezzi): inoltre, sono presenti la collezione Greca, quella Etrusco-Italica, quella Romana e quella Numismatica. Questo museo è davvero ricco ed interessante.
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Palazzo dell’Archiginnasio. |
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Teatro Anatomico. |
Meritevole di una visita anche il Palazzo dell’Archiginnasio che fu costruito tra il 1562 e il 1563 per volere del cardinale Carlo Borromeo, con lo scopo di riunire l’insegnamento universitario in un’unica sede, e dal 1838 ospita la Biblioteca Civica. L’edificio dall’esterno è molto scenografico, in quanto presenta un lungo portico di 30 arcate.
La sorpresa più grande si ha entrando all’interno del palazzo, dove pareti, soffitti e scaloni sono elegantemente affrescati: non si riesce a smettere di ammirarli.
Spettacolare è la Sala dello Stabat Mater, decorata con meravigliosi dipinti sui muri e circondata da librerie colme di volumi.
Il Palazzo dell’Archiginnasio e il Teatro Anatomico si trovano in Piazza Galvani al n. 1.
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Basilica di Santo Stefano. |
Poco distante ecco la Basilica di Santo Stefano che in realtà è un complesso di più edifici, conosciuto anche come Sette Chiese.
Le sue origini risalgono al V secolo: il vescovo Petronio voleva realizzare una sorta di ricostruzione dei luoghi sacri di Gerusalemme a Bologna: degno di nota è il Cortile di Pilato.
La Basilica di Santo Stefano si trova in Via Santo Stefano, 24 ed è aperta tutti i giorni dalle 8 alle 19. L’ingresso è ad offerta libera.
Una volta uscito dalla chiesa, prosegui dritto su Via Santo Stefano e ti ritroverai in Piazza di Porta Ravegnana, dove si trovano la Torre Garisenda e la Torre degli Asinelli.
La Torre Garisenda e la Torre degli Asinelli sono indiscutibilmente i monumenti simbolo di Bologna.
La Torre Garisenda è alta 47 metri, pende per ben 3,22 e non è visitabile. La Torre degli Asinelli, invece, è alta 97,20 metri e pende per 2 metri circa: è visitabile ma purtroppo l’unica scalinata disponibile è utilizzata sia da chi sale che da chi scende, e questo rende un po’ difficoltoso l’accesso.
Per arrivare in cima occorre salire 498 faticosissimi gradini, ma l’emozione che si prova una volta arrivati lassù è davvero indescrivibile.
A fianco delle due Torri ecco Palazzo della Mercanzia: Bologna è anche una città ricca di edifici storici davvero unici, che caratterizzano tutto il centro storico. Uno dei più eleganti è certamente il Palazzo della Mercanzia, oggi sede della Camera di Commercio ma, un tempo, loggia frequentata dai commercianti e palazzo dove si amministrava la giustizia mercantile.
Dopo avere visitato le Torri, proseguendo dritto su Via Rizzoli, si gira a destra su Via Oberdan e più avanti a sinistra su Via Marsala: poco dopo, troverai alla tua destra Via Piella.
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Finestrella di via Piella com'era. |
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Finestrella di via Piella com'è oggi. |
Ed è in via Piella che esiste una finestrella colorata che si affaccia su un luogo magico, il Canale delle Moline, il tratto del Canal Reno che scorre tra le abitazioni: aprendo la sua piccola anta rosso mattone ci si trova davanti uno scorcio da cartolina.
Nelle foto vedete com’era la vista dalla finestrella qualche tempo fa e com’è oggi, a secco e abbastanza degradata.
E sul degrado ci sarebbe da parlare un attimo: la città è abbastanza sporca appena si esce dalla zona di Piazza Maggiore e, anche in pieno centro, portici, portoni e muri sono una scritta e uno scarabocchio unico. Peccato per l’ inciviltà ma certo non è un bel biglietto da visita per le migliaia di turisti che la frequentano ogni giorno.
Torniamo a noi e a parlare di cosa vedere a Bologna come per esempio la Basilica di san Luca.
Arrivare a casa per i bolognesi significa scorgere dall’autostrada il Colle della Guardia, il promontorio su cui sorge la Basilica di San Luca. Basterebbe questo aneddoto a spiegare l’attaccamento che lega la città al santuario, la cui prima edificazione risale al XII secolo. Basterebbe, ma di storie da raccontare ce ne sono davvero molte, che non possiamo fare a meno di accennarne qualcuna. Tre in particolare: la prima ha a che fare con la fondazione del santuario. Leggenda vuole che un eremita greco, in pellegrinaggio a Costantinopoli, ebbe in dono un dipinto di San Luca evangelista dai sacerdoti della basilica di Santa Sofia. Compito di Teocle, questo il nome del pellegrino portare l’effigie in Italia in un non meglio precisato monte della Guardia.
Giunto a Roma, Teocle seppe che il monte si trovava a Bologna e così proseguì il suo viaggio fin nella città emiliana, dove fu accolto dalle autorità cittadine e l’icona della Vergine col Bambino portata sul monte. La seconda storia è del 1433, anno in cui la tela con la Beata Vergine di San Luca venne portata in processione lungo le strade di Bologna per invocare la fine delle piogge primaverili che stavano mettendo a rischio i raccolti. Il miracolo funzionò, le piogge cessarono, e il Santuario andò incontro a nuova popolarità dopo anni di relativo declino. Terzo e ultimo aneddoto, la lunga catena umana che nel 1677 collaborò alla realizzazione del porticato in salita che conduce al santuario. Un’opera collettiva cui parteciparono migliaia di bolognesi decisivi nella realizzazione di quello che è in assoluto il portico più lungo del mondo. Poco meno di 4 chilometri per 666 archi e 15 cappelle che partono da porta Saragozza nel centro storico di Bologna. Quanto alla chiesa, quella che ammiriamo attualmente è stata realizzata quasi per intero nel corso del XVIII secolo. Di gusto barocco è stata elevata a rango di Basilica Minore da Pio X nel 1907.
Altra “chicca” è l’ Oratorio di Santa Cecilia che si trova lungo il portico che costeggia la Chiesa di San Giacomo Maggiore in via Zamboni 15.
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Oratorio di Santa Cecilia. |
Di derivazione di un'antica chiesa romanica che per volere di Giovanni II di Bentivoglio, signore di Bologna fu rimpicciolita e interamente affrescata così da custodire il più importante ciclo pittorico del rinascimento bolognese. L'impresa pittorica cominciata nel 1505 fu affidata ai principali artisti conosciuti nell'ambito della corte bentivolesca come Francesco Francia, Lorenzo Costa e Amico Aspertini e terminata da artisti minori. Gli affreschi rivestono le pareti a destra e a sinistra dell'entrata all'oratorio: in dieci riquadri separati da lesene decorate a grottesche si narrano altrettanti episodi della vita di Santa Cecilia e del suo sposo Valeriano, ambientata ai tempi di Urbano II (III sec.) e divenuti martiri per non aver rinnegato la fede cristiana.
E che dire di San Pietro: ee la Basilica di San Petronio è la chiesa più conosciuta e suggestiva di Bologna, la sua cattedrale si trova, in realtà, poco lontano da Piazza Maggiore. Più volte rinnovata, San Pietro è oggi un’elegante edificio barocco, ricco di opere d’arte e tesori, che si possono ammirare nel museo dedicato.
Annessa al complesso della curia, proprio accanto alla cattedrale, la Torre Coronata è una delle meglio conservate della città. Fu fortezza della famiglia Prendiparte, poi prigione vescovile e oggi, con i suoi 60 metri di altezza, permette a chi sale sulla sua terrazza di apprezzare l’intero centro con un solo colpo d’occhio.
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Parco della Montagnola. |
Oltre a chiese, musei e monumenti Bologna è anche una meta ricca di verde. Il parco più vicino al centro storico, proprio a ridosso delle mura, è quello della Montagnola, risalente all’età napoleonica e tra i più frequentati della città. Vi si accede dal Pincio, uno scalone monumentale di fine Ottocento.
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Giardini Margherita. |
Anche i Giardini Margherita, i più estesi della città, risalgono al XIX secolo e sono tra i più amati dai bolognesi, che nel romantico parco all’inglese si ritrovano per una passeggiata, un po’ di relax e per godersi calde giornate all’aria aperta.
E il tempo scorre tiranno quindi sicuramente avremo tralasciato qualche cosa: ma visto che siamo a Bologna anche per la partita tra Il Bologna e l’Inter anche lo Stadio, situato nel quartiere Saragozza e intitolato alla memoria di Renato Dall'Ara, presidente del Bologna deceduto tre giorni prima del vittorioso spareggio valido per lo scudetto 1963-64, racconta un pezzo di storia.
L'impianto, inizialmente noto come "Littoriale" nacque come il primo vero stadio italiano e fu modello per quelli che seguirono. Fino ad allora, infatti, gli stadi comunemente intesi erano campi con tribune montate su impalcatura.
I suoi muri, realizzati con il tipico mattone rosso e le finestre ad arco, lo rendevano un edificio eccezionale per l'epoca. Un'ulteriore nota di carattere fu aggiunta con la costruzione della torre di Maratona, completata nel 1929, nel settore opposto alla tribuna coperta. Sul pennone della torre fu collocata una statua rappresentante la Vittoria alata con fascio littorio, e nella nicchia una statua equestre di Mussolini, realizzata da Giuseppe Graziosi, scultore savignanese professore all'accademia di Firenze. Infine, lo stadio fu collegato al portico di San Luca, risalente al Settecento.
Lo Stadio Littoriale era un campo di livello internazionale, uno dei più grandi e moderni dell'epoca, e così fu scelto nel 1934 per la fase finale dei Campionati Mondiali, per poi rimanere uno dei migliori campi italiani, seppur cambiando il proprio nome in Stadio Comunale, al termine della guerra.
Parlare di Bologna senza citarne la fervida realtà musicale che la contraddistingue è praticamente impossibile.
Soprattutto da quando, nel 2006, essa è stata dichiarata “Città Creativa della musica” dall’UNESCO, titolo riconosciuto anche alle città di Siviglia, Glasgow, Bogotà e Gent.
Molti artisti formatisi negli anni 70 / 80 sono tutt’oggi delle celebrità indiscusse, come ad esempio Francesco Guccini, Gianni Morandi e Lucio Dalla, recentemente scomparso, ma ancora vivo nei cuori di bolognesi e non.
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Le luminarie con i testi delle canzoni di Lucio, da poco rimosse. |
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Lo pseudonimo sul campanello: Lucio era il comm. Domenico Sputo. |
Proprio la casa di Lucio Dalla è oggi visitabile ogni venerdì in via d’Azeglio al 15: un’opportunità straordinaria per ammirare un luogo unico, dove sono nati tanti capolavori del cantautore bolognese e dove sono conservate opere di arte antica e contemporanea di inestimabile pregio.
Tutta la via, in memoria di Lucio, è stata addobbata con luminaria che riportavano i testi delle sue canzoni e da poco sono state rimosse…………Peccato…!!
Per il resto per un Gucciniano come me, impossibile non parlare della Trattoria da Vito (di cui parlo dettagliatamente in un altro post) luogo che è stato per anni il ritrovo serale di Dalla, Guccini, De Andrè, Morandi, ….etc .etc.
E a due passi da Vito c’è la mitica via Paolo Fabbri al 43 dove Guccini ha vissuto: proprio in questi giorni in zona e precisamente i via Libia nei pressi del cavalcavia è stato inaugurato un murales a Francesco che sarà anche la copertina del prossimo CD che vede diversi interpreti della canzone italiana cantare i suoi brani.
E poi c’è il vicolo delle Dame con la celebre Osteria delle Dame, un locale fondato dal frate domenicano Michele Casali e Francesco Guccini nei pressi del torresotto di via Castiglione in un'antica cantina (e forse bordello). È stata attiva dal 1970 al 1985. Nell'ottobre 2017 la riapertura dopo 32 anni, identica ad allora, non più osteria ma circolo culturale: la casa della musica d'autore.
PS. Alcune foto sono tratte dalla rete.
Bologna
Visitata dal 01 al 03/11/2019
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