28 gennaio 2018

455-Mostra “Sotto il cielo di cristallo”– Milano -MI-



Mostra Sotto il cielo di cristalloMilano -MI-


Un racconto della Galleria Vittorio Emanuele II.


Nel Cortile della Rocchetta (Sala del Tesoro) del Castello Sforzesco dal 21 dicembre 2017 al 18 marzo 2018“ una mostra rende omaggio all'iconica Galleria Vittorio Emanuele II, in occasione del suo 150 °anniversario dall’inaugurazione.




La mostra ripercorre sinteticamente la storia amministrativa, architettonica, tecnica e urbanistica della Galleria attraverso una selezione dei molti materiali documentari appartenenti alle Civiche Raccolte: disegni, lettere, atti legali, stampati e manoscritti, fotografie e dipinti, oggetti e cimeli di varia natura, che consentono di presentare uno spaccato significativo della più famosa galleria italiana.
Dedicata al primo Re d'Italia, progettata da Giuseppe Mengoni e aperta il 15 settembre 1867, la strada coperta che collega il Duomo alla Scala diventa ben presto il “Salotto” di Milano.






L’impiego di materiali innovativi, vetro e ferro, le dimensioni imponenti, le volte e la grande cupola di vetro, le luci e l’eleganza dei locali che si affacciano sulle due strade e sulla piazza dell’Ottagono, ne fanno “La migliore delle vie coperte che in Europa si conoscano”, come cita nel 1871 la “Guida per Milano e pei laghi”.
La Galleria fu costruita in tempi record, in soli 2 anni, e divenne immediatamente il simbolo della modernità milanese, il grande salotto della mondanità meneghina.






Un cielo di 39 metri di diametro, alto al suo vertice 47 metri. Vanto di Milano, ma creazione internazionale: un insieme di 1.260 locali, disposti su ben sei piani.
Anche la Francia fu coinvolta nell’avveniristica costruzione: da Oltralpe giunsero in treno pezzi metallici per un totale di 350.000 chilogrammi, necessari a costruire le quattro tettoie e la cupola a ombrello.
Ancora oggi piace chiamarla “il salotto di Milano”, perché un tempo lo era davvero, come fulcro della vita borghese meneghina tra boutique eleganti, ristoranti e caffé. E ancora oggi è una tappa da non perdere per chi arriva in città e un luogo del cuore per chi in città ci vive.







A dare il benvenuto a chi vuole visitare la Galleria Vittorio Emanuele di Milano è il grande arco che invita a entrare. Dentro, locali storici, boutique, ristoranti, ma anche decorazioni e piccoli e grandi tesori, che portano dritto all’altra piazza simbolo del centro meneghino: piazza della Scala.
Oggi alcuni di questi locali storici vivono ancora, anche se passeggiando in Galleria Vittorio Emanuele i negozi si alternano in una maggiore mescolanza di generi. Ma una regola rimane ferrea e riporta all’eleganza: tutti gli esercizi all’interno della Galleria, infatti, devono avere le insegne scritte in color oro su fondo nero.














Chi la ammira oggi, grazie a un lungo restauro, durato circa un anno, alla vigilia di Expo 2015 può notare come si sia riusciti  a riportare la Galleria al suo antico splendore. Gli intonaci hanno ritrovato i loro colori originari e le superfici in pietra e cemento sono state ripulite a fondo. Per molti milanesi e turisti è stata davvero una sorpresa riscoprire una Galleria così luminosa che il tempo e l’inquinamento avevano tenuto a lungo nascosta.

A seguire, in breve, la storia del “rattin”.

Il “rattin”.

1867: anno di inaugurazione della Galleria Vittorio Emanuele II e della sua splendida cupola, posta nella parte centrale sopra l’ottagono che ospita, tra le altre cose, il mosaico del toro superdotato. Una tale meraviglia andava naturalmente illuminata anche di sera, compito non semplice in una città che non aveva ancora inaugurato la sua prima centrale elettrica: arriverà nel 1883, prima in Europa e seconda al mondo, posizionata a due passi dal Duomo (nell’immagine che segue noterete immediatamente la ciminiera sulla destra).



L’illuminazione interna della Galleria, quindi, era necessariamente a gas e si basava su una serie di ugelli posti in corrispondenza della base della cupola. Già, ma come accendere ogni sera tutte quelle fiammelle posizionate a più di 30 metri di altezza?



Ed ecco il genio milanese all’opera: viene realizzato un anello di rotaia che corre alla base della cupola e – come una sorta di trenino – sui binari viene posizionato il modellino ritratto nella prima foto. Sulla sua sommità un tampone intriso di liquido infiammato passava davanti a tutti gli ugelli dopo essere stato acceso e…
“il topolino si slancia velocemente, colla sua coda infiammata, attorno alla base della cupola, lasciandosi dietro, fra il sussurro dei suoi ammiratori, una fitta scia di fiammelle, un vero diadema di luce, che diventa un lusso di cortigiana che vuol sbalordire, allorché altri mucchi di fiammelle schizzano, dai ricci di ferro penzolanti dalla volta. All’onda d’oro del gas, alla luce argentina delle lampade che sfolgorano dalle vetrine del Caffè Gnocchi, la Galleria, da bazar si trasforma in salone”
Topolino in milanese di dice rattin. E l’accensione serale delle fiamme doveva essere davvero uno spettacolo da togliere il fiato.



Mostra Sotto il cielo di cristallo
Castello Sforzesco
Piazza Castello  
Milano MI-
dal 20/12/2017 al 17/03/2018

Visitata il 20/01/2018

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