1 novembre 2017

436-“Fatti ad Arte “ a Biella Piazzo – Biella -BI-



Fatti ad Arte a Biella Piazzo Biella -BI-


I Palazzi Storici di Biella Piazzo ospitano i grandi Maestri Artigiani.

Dal 27 al 29 ottobre Biella Piazzo ha ospitato nei suoi suggestivi palazzi una trentina di maestri d’arte provenienti da tutta Italia a testimoniare il loro saper fare che fa dell’artigianato italiano un’eccellenza apprezzata in tutto il mondo. 















La mostra-mercato ha riunito le eccellenze italiane: accanto ai maestri locali, dalla Sicilia ecco i gioielli di lava dell’Etna; dalla Valle d’Aosta l’abbigliamento tipico di montagna; Sanremo ha portato i mosaici e Genova i gioielli in filigrana d’argento; Livorno gli affreschi; Trento gli oggetti in legno torniti; Milano tappeti tessuti a mano; Venezia i tabarri. E ancora da Torino erano esposti gli antichi lampadari restaurati, i giardini d’inverno, le vetrate artistiche contemporanee; da Vercelli la falegnameria, il restauro e gli affreschi; da Asti i distillati. 


















Oltre a una sezione enogastronomica era presente anche la Fondazione Monzino di Milano forte di 250 anni di tradizione liutaia.











Una tre giorni di esposizione d’arte artigiana di eccellenza, di laboratori e momenti seminariali, con testimonianze di Maestri Artigiani e esperti, dibattiti che hanno reso più viva la comprensione di tutto quanto trattato durante l’evento; una vera e propria kermesse che si colloca tra l’esibizione e la dimostrazione di forme di Artigianato e Arte.
“Fatti ad Arte”, è nata anche dall’esigenza di inquadrare la figura dell’artigiano e del suo lavoro, quale espressione di qualità, di tecnica, tradizione ma anche d’innovazione in una veste certamente più moderna.
A Biella Piazzo, all’interno di Palazzo Gromo Losa (aperto solo per l’inaugurazione venerdì 27 ottobre), Palazzo La Marmora e Palazzo Ferrero (vere sedi della manifestazione), nel naturale intreccio della loro storia con quelle delle attività artistiche, le esposizioni, i saperi dei maestri artigiani ed esperti che sono stati accolti nelle stanze dei palazzi, che ne sono diventati lo scenario elegante.















Una mostra / mercato ben riuscita e di livello in due location molto belle con le sale ricche di affreschi, stupendi lampadari e giardini dai quali si gode un’ottima vista sulla città sottostante.







Tra un palazzo e l'altro e in attesa di visitare la Sinagoga pausa pranza in Piazza Cisterna alla "Polenteria della Valle" per un ottimo piatto di polenta "concia" accompagnato da un buon bicchiere di vino perchè......quando ci vuole...ci vuole...!!!!!


Alcuni cenni tratti da Wikipedia sui Palazzi Lamarmora e Ferrero, sedi della mostra.

Palazzo Lamarmora

Palazzo La Marmora è un palazzo storico ed una sede museale del Piazzo di Biella.

Situato in corso del Piazzo, ha una facciata lunga ottanta metri che risale al XVIII secolo.


Il palazzo celebra i fasti di una delle più prestigiose casate del Piemonte, che nel corso del XVI secolo si suddivise nei due rami principali dei marchesi della Marmora, che avrebbero poi dato esponenti al Risorgimento italiano (vedi Ferrero della Marmora) e dei Ferrero Fieschi principi di Masserano.
















In parte adibito a dimora privata e in parte ad uso culturale con mostre ed eventi, presenta, oltre alle sale nobili del piano terreno, una pregevole Sala dei castelli dell'inizio del XVII secolo in cui sono raffigurati i possedimenti della famiglia con a completamento gli stemmi a ricordo delle unioni matrimoniali.


All'interno del palazzo, oltre il cortile, un giardino conduce ad una serra.  Il complesso è una casa museo che ha conservato, in otto secoli, l'originaria struttura unitaria dal punto di vista architettonico, ma anche dal punto di vista degli arredi, dei quadri e degli archivi che testimoniano sia le vicende delle diverse generazioni della famiglia, sia aspetti della storia, dell'arte e dei costumi delle diverse epoche.












D'impianto medioevale, il Palazzo racconta la storia dei Ferrero della Marmora dal Rinascimento al Risorgimento e si distingue oggi per l'imponente facciata neo classica (1789) che si affaccia su corso del Piazzo.

Dal 2005 è sede del Centro Studi Generazioni e Luoghi Archivi Alberti La Marmora. Un ente no-profit che custodisce fondi archivistici di varie epoche e provenienze: dai documenti fiorentini quattrocenteschi degli Alberti a quelli della famiglia Mori Ubaldini degli Alberti del Sette-Ottocento, da quelli piemontesi Ferrero della Marmora, ad alcuni fondi della famiglia bolognese Cavazza e all'archivio dello scrittore novecentesco Guglielmo Alberti.

Si affaccia sul giardino, la Torre ottagonale dei Masserano, fatta erigere da Sebastiano Ferrero nella seconda metà del Quattrocento.

Palazzo Ferrero

Fu costruito tra il XV e il XVI secolo dalla famiglia Ferrero. Besso era il capostipite dei Ferrero di Biella e aveva due figli:

    Sebastiano (1438-1519), da cui discendono i Ferrero Principi di Masserano, proprietario del Palazzo.
    Gian Enrico (1468-1525), da cui discendono i Marchesi della Marmora che costruiscono, edificano e abitano tuttora l'omonimo Palazzo.


Estintosi nel 1833 il ramo dei Principi di Masserano, il Palazzo passa in eredità ai La Marmora sotto il quale viene affittato ed utilizzato in diversi modi: nel 1836 diviene sede degli uffici dell'intendenza, mentre dal 1854 al 1863 viene utilizzato come fabbrica di tessuti e tintoria. I locatari di questi anni apportano diverse modifiche allo stabile ed aggiungono delle strutture coperte nel giardino. Nel 1864 Ignazio Debernardi, medico originario di Zubiena, insieme all'albergatore Giacinto Borello, affitta l'antico Palazzo di proprietà del Marchese Tommaso della Marmora e ne fa uno stabilimento idroterapico. Lo stabilimento rimane in attività fino alla fine del secolo.

All'inizio del 1900 la famiglia La Marmora vende il Palazzo al Comune, tenendo però di sua proprietà la torre ottagonale.

L'edificio viene quindi adibito a convalescenziario militare e successivamente trasformato in caserma fino al 1945.

Negli anni settanta il Consiglio Comunale avvia un progetto di ristrutturazione del Palazzo e del giardino, per il pubblico, e ne destina molti spazi alle attività delle associazioni culturali biellesi.


Dal 17 marzo 2017 il comune di Biella ha affidato la gestione all'ATS (Associazione Temporanea di Scopo) “Palazzo Ferrero Miscele Culturali” nata con l’obiettivo di fare di questo luogo un polo culturale della città di Biella.

Il Palazzo e le sue trasformazioni
Costruito tra il XV e il XVI secolo dalla famiglia Ferrero, faceva parte di un'unica proprietà che comprendeva quattro nuclei architettonici ben definiti: Palazzo Ferrero di Masserano, Palazzo Ferrero della Marmora, la chiesa di San Sudario e Casa Braja, tra Palazzo Ferrero di Masserano e la Chiesa. Le varie modifiche fatte al Palazzo sono legate alla vicenda della famiglia che lo ha edificato. Infatti i due Palazzi si formano nel corso del tempo con case e di lotti acquistati in diversi momenti. Le prime tre acquisizioni di Ferrero vengono effettuate da Besso nel 1450, nel 1459 e nel 1466. Seguono quelle fatte dal figlio Sebastiano nel 1475 e quelle eseguite da Filiberto di Sebastiano nel 1527 e nel 1547. Da dedurre che questi fabbricati e lotti vengono a costruire il Palazzo Ferrero di Masserano. Il fronte che confina con il Palazzo La Marmora, sul quale si possono vedere i vari interventi, avalla questa tesi. La facciata del Palazzo è stata modificata nel corso dei secoli e molti segni del passato non sono più leggibili. Tra la metà del XVI secolo e i primi decenni del XVII secolo il Palazzo subisce una radicale trasformazione assumendo, soprattutto per la parte di fabbrica orientale, la conformazione attuale. Mentre per il lato che volge verso la Città ci sono indicazioni sulla sua evoluzione, per la parte del Palazzo che invece volge verso la contrada del Piazzo, della quale non si hanno notizie certe, se non in un documento datato 1777 in cui si descrive la demolizione di un porticato che si snodava dalla chiesa di San Sudario, sino alla parte meridionale del fronte del Palazzo. Dal punto di vista volumetrico il Palazzo non subisce grosse trasformazioni sino a metà dell’800.


La Torre Ottagonale



La torre non è mai stata pensata come torre forte ma fu eretta con semplice intenzione di abbellimento del palazzo signorile con la possibilità di dominare sul magnifico paesaggio, a conferma di questo sopravvive la leggenda che Sebastiano per molti anni ministro in Milano ai tempi di Ludovico il Moro, quando tornò a Biella, volle che fosse costruita sul suo Palazzo la Torre Ottagonale per vedere, almeno da lontano, la guglia del Duomo.

Stabilimento idroterapico

Con l’utilizzo come stabilimento idroterapico e stazione climatica, il Palazzo subisce diverse trasformazioni di rinnovamento nei locali e nell'arredamento tali da renderlo un luogo estremamente elegante. Si costruisce un nuovo apposito locale destinato alle operazioni idroterapiche e vi si impiantarono i più moderni apparecchi di idroterapia. Di particolare rilievo le vasche in un pezzo solo di candida porcellana: son le prime arrivate in Italia dall'Inghilterra. L’acqua è quella freddissima di Oropa che abbondantemente rifornisce la città di Biella. Oltre all'idroterapia si praticano le cure per le malattie croniche in genere e quindi elettricità, aeroterapia, massaggio, ecc. Come stazione climatica è ideale per le convalescenze delle malattie come il tifo e la scarlattina, la malaria ecc. Diventa uno degli stabilimenti più rinomati del territorio meta di ospiti illustri provenienti dall'Italia e dall'estero che venivano a “passare le acque nel biellese”. Il Piazzo, rione nobile di Biella, permetteva di avere una versione cittadina della villeggiatura: intrattenimenti musicali tutte le sere, feste da ballo e concerti. Lo stabilimento rimane operativo fino al dicembre del 1902 per volontà della Marchesa d’Harcour, vedova del Marchese della Marmora, si risolve anticipatamente il contratto d’affitto con il Dottor Ferraria che lo dirigeva. L’intenzione della Marchesa è di ripianare la situazione finanziaria della famiglia, a causa degli ingenti debiti lasciati dal marito e di affittare l’intero complesso che comprendeva: il giardino, la chiesa di San Sudario e la torre; ai Padri Asinari di San Marzano che ne avevano fatto richiesta, non pervenendo ad un accordo il Palazzo rimase sfitto con un conseguente grave danno economico. Per risanare il patrimonio fu venduto alla Città di Biella per 80.000 lire; resta esclusa dalla vendita la torre ottagonale, che ad oggi ne è ancora la proprietaria.

PS. Alcune foto sono tratte dalla rete




Fatti ad Arte
c/o  Palazzo La Marmora
e Palazzo Ferrero
Corso del Piazzo n.19 e 29
13900 Biella Piazzo -BI-
Il 27-28 e 29 ottobre 2017


Visitati il 29/10/2017  

Nessun commento:

Posta un commento