Centrale dell'Acqua di Milano -MI-
Acqua, una risorsa quanto mai preziosa.
L’occasione
per una visita è stata la manifestazione Open House 2019.
L’edificio
occupa un’area rettangolare, all’angolo tra via Cenisio e piazza Diocleziano,
ed è caratterizzato da una struttura in muratura continua con grandi finestre.
Aperta
al pubblico nel luglio dello scorso anno l’impianto dell’acquedotto di via
Cenisio è la centrale di pompaggio delle acque di falda più antica tra quelle
ancora esistenti a Milano: l’impianto è entrato in funzione nel 1906.
E’
uno spazio di tre piani che oltre all’aspetto museale offre tutta una serie di
attività di educazione e informazione sui temi dell’acqua promosse
dall’Università degli Studi di Milano e dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
Vi
si trovano un bookshop, una sala proiezioni dove, attraverso alcuni visori 3D,
il visitatore è protagonista dell’operatività del sistema idrico della città,
una sala dove per i visitatori sono organizzate mostre, visite guidate,
conferenze e laboratori il cui obiettivo è anche quello di generare un uso
responsabile di una risorsa così preziosa.
Nel
salone centrale sono conservate le attrezzature per l’estrazione, la
depurazione e l’immissione dell’acqua resa potabile nella rete idrica milanese.
Sono presenti inoltre i quadri elettrici e tutte le altre apparecchiature
d’epoca, con la ricostruzione di antichi
macchinari per ogni utilizzo dell’acqua.
Visita
interessante che ci fa meditare su quanto sia prezioso questo bene che diamo
per scontato vedere gorgogliare dai nostri rubinetti.
Un po’ di storia (tratta dalla rete)
Per
dotare la città di Milano di acque potabili, verso la fine dell’Ottocento
l’amministrazione comunale valutò una lunga serie di progetti, nessuno dei
quali però seppe rispondere completamente alle diverse esigenze della città in
espansione. Dopo alcune sperimentazioni, considerata l’abbondanza di acque
freatiche, il Comune di Milano decise di provvedere nelle migliori condizioni
igieniche “colla presa immediata dal sottosuolo” attraverso pozzi e centrali di
pompaggio. I primi lavori per il servizio di acqua potabili iniziarono nel 1888
con lo scavo di due pozzi in prossimità dell’Arena poi seguiti da nuovi
impianti in altre zone del centro cittadino. Contemporaneamente, per garantire
un’efficiente distribuzione dell’acqua potabile, si senti la necessità di
provvedere alla costruzione di un serbatoio che servisse come regolatore di
pressione. A tal scopo vennero progressivamente riadattati nel 1893 il torrione
est e poi nel 1904, a causa della grande estensione raggiunta dal servizio
dell’acqua potabile, il torrione sud del Castello Sforzesco.
L’edificio
di gusto neoromanico occupa ancora oggi un’area rettangolare, all’angolo tra
via Cenisio e piazza Diocleziano, ed è caratterizzato da una struttura in
muratura continua con grandi finestre a tutto sesto. Come sovente accade per le
infrastrutture progettate dall’Ufficio tecnico municipale, è presente un sobrio
apparato decorativo con richiami bicromi e simboli del Comune di Milano.
L’edificio che aveva subito leggeri interventi di ristrutturazione già prima della sua dismissione, nel 1989 venne restaurato in occasione del
centenario dell’acquedotto di Milano. Nell’occasione venne deciso di installare
all’interno dei locali della centrale un museo dell’acqua, un luogo didattico
aperto ai cittadini dedicato all’intera storia dell’acquedotto cittadino e ai
numerosi aspetti relativi alle acque milanesi. I locali conservano tuttora le
attrezzature per l’estrazione, la depurazione e l’immissione dell’acqua resa
potabile nella rete idrica milanese. Sono presenti inoltre i quadri elettrici e
tutte le altre apparecchiature d’epoca, con la ricostruzione di antichi macchinari per ogni utilizzo
dell’acqua.
Aneddoti
e curiosità
L’impianto,
costituito da dieci pozzi che garantivano una portata di 150 litri al secondo,
era interconnesso con una rete di oltre 185 km che alimentava, oltre i servizi
pubblici, direttamente 6500 edifici.
Nel
Museo si può venire a conoscenza dello stretto legame che unisce l’assetto
urbanistico di Milano alle acque. La fornitura di acqua potabile attraverso
l’acquedotto provoca per esempio, a partire dal 1929-1930, la copertura di
numerosi canali che da secoli caratterizzavano la città: caso emblematico
quello dei Navigli, trasformati alla fine in canali di scolo e interrati. Il
progressivo sfruttamento delle falde freatiche nei decenni successivi, anche da
parte delle attività industriali, di Pirelli, Falk, Montedison, causa peraltro
problemi allo stesso approvvigionamento dell’acqua potabile. Al contrario, dal
1990 ad oggi, la chiusura di queste ed altre fabbriche ha portato a un innalzamento
delle falde, con la necessità di creare sistemi di pompaggio e dispersione
delle acque per impedire allagamenti in metrò, parcheggi e sotterranei.
Centrale dell'Acqua di Milano
Via Cenisio N.39
20155 Milano –MI-
Tel. 02 8477 5599
Visitato il 26/05/2019