Visita di Palazzo MARINO - MI
La casa del Sindaco diventa Museo.
E’ stata veramente
una piacevole scoperta la visita di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano,
che per tutto il periodo di Expo sarà aperto gratuitamente al pubblico con
visite guidate: ad accogliere i visitatori, durante la giornata, il sindaco
Giuliano Pisapia.
Nel primo pomeriggio, quando ci
siamo recati noi, la fila era praticamente inesistente, ma, nelle ore di punta,
la coda era abbastanza sostenuta.
Si calcola che siano stati oltre
15mila i milanesi e i turisti che hanno deciso di celebrare la festa della
Repubblica recandosi a visitare il Comune che, per la prima volta, ha svelato al
pubblico quattro nuove splendide sale: la
Sala delle Tempere, la Sala degli Arazzi, quella della Trinità e della
Resurrezione.
Aperte inoltre la Sala Alessi, che
ospitava la mostra sul volontariato, l'Aula del Consiglio comunale, la Sala
dell'Urbanistica, la Sala Gialla, la Sala Verde/Marra, il Cortile d'Onore. Il
percorso proseguiva al primo piano, dove si poteva camminare lungo il Loggiato,
vedere la Sala della Giunta, l'ufficio del Sindaco e la Sala dell'Orologio.
Una visita quanto mai piacevole,
interessante anche per poter ammirare su stampe e dipinti d’ epoca la
trasformazione di certi luoghi avvenuta nell’arco dei secoli.
Nel Cortile d'Onore alle 15.30
si è tenuto il Concerto della Banda
Musicale della Polizia locale di Milano, e alle 17.30 il Concerto della Civica
Orchestra di Fiati.
Più tardi, peccato, ammetto di non averlo visto, la «Scuola
Milanese», oltre a raccontare le loro storie in musica ispirate a Milano e
rigorosamente in dialetto, hanno dato voce ai maestri della canzone d'autore,
da Jannacci a Gaber.
Consiglio di approfittare, nel
periodo di EXPO, per andare a visitare Palazzo Marino: penso ne resterete
entusiasti, magari , ancora di più, dopo avere ammirato alcune foto che ho postato.............!!!!
Alcuni cenni storici del Palazzo tratti da
Wikipedia:
LA STORIA
Il palazzo venne commissionato dal banchiere e
commerciante genovese Tommaso Marino come residenza nobiliare della ricca
famiglia Marino. Esso venne costruito fra il 1557 ed il 1563 su progetto
dell'architetto perugino Galeazzo Alessi, appositamente convocato a Milano
proprio per l'occasione. Il palazzo si orientava originariamente verso piazza
San Fedele.
Molti scultori della Fabbrica del Duomo
parteciparono attivamente alla realizzazione degli intagli del palazzo. I
milanesi tuttavia vedevano di cattivo occhio questo grandioso progetto, tanto
che quando nel 1560 il conte Tommaso Marino aveva ottenuto il permesso di
aprire una nuova strada che, partendo dall'ingresso principale del palazzo, si
sarebbe congiunta fino a Piazza Mercanti, il malcontento popolare riuscì
addirittura a bloccarne la realizzazione.
La costruzione del palazzo continuò con uno stile
comparabile a quello delle più ricche corti dell'intera cristianità: nel
cortile del palazzo furono raffigurate le Fatiche di Ercole e le Metamorfosi di
Ovidio. Il Salone d'onore (oggi conosciuto come Salone dell'Alessi) aveva
dipinto sul soffitto le Nozze di Amore e Psiche nel convito degli Dei e aveva
realizzato gli stucchi sempre con storie di Amore e Psiche. Agli angoli del
soffitto Aurelio Busso aveva dipinto le Quattro Stagioni. Sotto il cornicione
le Muse, Bacco, Apollo e Mercurio affrescati da Ottavio Semino, alternate con
bassorilievi con le storie di Perseo. Sugli ingressi erano stati collocati i
busti di Marte e Minerva.
Una leggenda priva di fondamento vuole che il
palazzo fosse voluto dal conte Tommaso Marino per ospitarvi la moglie, la bella
Bettina Doria, anch'essa genovese e strettamente imparentata con Andrea Doria,
grande ammiraglio e figura di spicco della Repubblica di Genova.
Alla morte di Tommaso Marino, la grande prosperità
della famiglia subì un profondo tracollo, che sarebbe culminato nel 1577 col
pignoramento da parte dell'amministrazione pubblica dello stesso palazzo, a
saldo dei numerosi debiti contratti.
Durante questo lungo periodo il palazzo cominciò a
deperire e nel 1626 vide la rimozione delle balaustre sovrastanti il cornicione
perché pericolanti. Nel 1632 lo Stato, che stava affrontando la
"famosa" peste, riuscì a vendere il palazzo agli eredi del banchiere
Emilio Omodei, grande finanziatore del governo spagnolo. Gli Omodei non
abitarono mai il palazzo che continuò ad essere chiamato dei Marino. Al piano
terreno continuarono a svolgersi attività di carattere fiscale (gabelle e
dazi), mentre il piano nobile veniva di volta in volta affittato a personaggi
illustri.
Nel 1772, con la riforma fiscale di Maria Teresa
d'Asburgo, arrivarono a svolgere i compiti fiscali i Fermieri e nel 1781, con
l'abolizione della Ferma generale voluta da Pietro Verri, sarebbe stato lo
stesso Verri ad adoperarsi perché il palazzo tornasse nelle mani dallo Stato
come sede dei nuovi uffici finanziari e fiscali.
Il passaggio di proprietà avvenne il 14 luglio 1781
per la somma di 250.000 lire. L'acquisto permise una serie di restauri e il
completamento della facciata verso via Case Rotte, condotta seguendo lo stile
originale dell'Alessi sotto la rigida supervisione del Piermarini, che stava
operando in quella zona diversi interventi. Nel palazzo trovarono dunque posto
la Regia Camera dei Conti, la Regia Intendenza Generale, la Tesoreria, il Dazio
Grande con i suoi uffici e la Cassa imperiale del Banco di Vienna.
Durante il Regno d'Italia cambiarono i nomi dei
responsabili, ma gli uffici permasero con le stesse funzioni. Trovarono inoltre
sede nel palazzo il Ministero delle Finanze, il Pubblico Tesoro e la Dogana.
Con la Restaurazione al primo piano si sarebbero trasferiti i locali della
corte, mentre al pian terreno la dogana, gli uffici della liquidazione, della
tesoreria e della cassa centrale.
Nel 1848, dopo le Cinque giornate di Milano, il
palazzo interruppe per alcuni mesi il proprio ufficio burocratico e divenne
sede del Governo provvisorio della Lombardia. Liberata la Lombardia dagli
Austriaci nel 1859, il palazzo passò dalla proprietà dello stato a quella del
comune tramite una permuta tra Stato e Comune tra il palazzo del Broletto
Nuovissimo e Palazzo Marino.
Il 19 settembre 1861 Palazzo Marino divenne
ufficialmente sede del Comune, mentre le funzioni fiscali fino ad allora
presenti nel palazzo si trasferirono nel Broletto.
IL RESTAURO (1872-1892)
Piazza della scala con la statua di Leonardo al
centro ed alle sue spalle sulla sinistra palazzo marino e dietro l'entrata di
Galleria Vittorio Emanuele II
L'acquisto del palazzo da parte del comune coincise
con la demolizione dell'isolato posto tra il palazzo e la Scala e l'apertura
della nuova piazza della Scala. Su questa piazza, impreziosita dal monumento a
Leonardo da Vinci, si affacciava ora una sequenza di vecchi stabili, giudicati
indegni di rappresentare la nuova Amministrazione Comunale e il nuovo volto
italiano della Milano all'indomani dell'Unità d'Italia.
Anche gli interni del palazzo risultavano essere
parecchio malandati, a cominciare dal grande Salone d'Onore. Nel 1872 Angelo
Colla venne incaricato del restauro del salone, mentre contemporaneamente venne
bandito un concorso per la nuova facciata su piazza della Scala. La crisi
economica di quegli anni tuttavia provocò un rinvio dell'opera fino al 1888
quando venne approvato il progetto di Luca Beltrami, portato a compimento nel
1892.
A questo primo profondo restauro ne seguirà un
secondo alla fine della Seconda guerra mondiale per ripristinare le parti
abbattute dalle bombe del 1943. Particolarmente danneggiato risultò lo stesso
Salone dell'Alessi. Gli stucchi originali della volta vennero sostituiti dalla
rappresentazione dell'Aurora, del Giorno, del Crepuscolo, della Notte sopra le
finestre. Ai lati delle finestre: Aria, Terra, Acqua e Fuoco scolpiti da Oliva,
Supino, Brioschi, Ciminaghi, Gasparetti, Tavenari, Pepe, Ruy, Pellini, Wildt e
Saponaro mentre le quattro stagioni ai quattro angoli del Salone d'Onore sono
state ridipinte da P. Cortelezzi e G. Valerio.
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