La Fornace CURTI e incontro con Gualtiero MARCHESI – Milano
Un
piccolo borgo antico.
Solo
il fatto di immaginare un posto come la Fornace Curti, a pochi minuti da zona
navigli, è impensabile: varcato il cancello si viene proiettati in un altro
mondo e parecchio indietro nel tempo.
E’
un piccolo borgo, visitabile due volte all’anno, dove ha sede la Fornace in
attività dal 1400.
La
fornace Curti è una storica fornace per il cotto, ancora oggi attiva. Descrivere
questo luogo incredibile non è facile: si rischia di passare per dei “racconta
frottole”.
Nel
XV secolo, quando produsse i cotti per le opere del Filarete, la fornace era
situata alle colonne di San Lorenzo. Risale a quel periodo l'esecuzione delle
formelle e dei mattoni sagomati per il cantiere dell'ospedale Maggiore (Ca'
Granda) voluto da Bianca Maria Visconti moglie del Duca di Milano Francesco
Sforza.
Nello
stesso periodo la Fornace di Giosuè Curti, nobile al servizio degli Sforza,
eseguì anche le formelle e i fregi della Certosa di Pavia dell'architetto
Fondulo.
Nel
XVIII secolo, con Pietro Curti, la fornace si spostò a Ripa di Porta Ticinese,
poi nel XIX secolo con Felice Curti alla Conchetta sul Naviglio Pavese. Nei
primi del Novecento, con Attilio Curti, si trasferì nella sua sede attuale
dove, prima con Francesco e poi con Alberto, la fornace ha continuato a
produrre cotti artistici.
La
fornace ha prodotto e ristrutturato i cotti per l'abbazia di Morimondo,
l'abbazia di Chiaravalle, Santa Maria delle Grazie, l'Arcivescovado, il teatro
Fossati, il cimitero di Pavia, la cattedrale di Zeme Lomellina, San Marco e il
Duomo di Monza.
Molti
artisti sono passati dalla Fornace Curti per cuocere le loro opere ed alcuni
hanno i loro studi all'interno della fabbrica.
Nel
piccolo villaggio sono stati creati una ventina di Atelier privati che sono in
uso a scultori, pittori, fotografi insomma artisti, che esprimono la loro arte
tra la quiete del borgo.
Gli
studi sono visitabili su personale decisione degli interessati, ma aprono i
battenti in occasione del 3° fine settimana di maggio.
In
questa occasione tutte le fasi della lavorazione ceramica nella fornace, e
tutti gli spazi in essa collocati sono visitabili.
L’
occasione è unica per vedere le fasi della lavorazione dell’ argilla, dalla
materia prima alle vere e proprie opere d’ arte che qui si producono, fino alla
fase finale della cottura.
Un’
occasione unica, imperdibile e veramente affascinante.
Un
qualcosa difficile da immaginare senza averlo visto con i propri occhi.
L' incontro con GUALTIERO MARCHESI.
PS-
Inimmaginabile quanto piacevole per me che sono un suo grande estimatore l’ incontro in Fornace con il “Maestro” della Cucina Italiana Gualtiero Marchesi,
persona colta, disponibile e amante delle cose belle.
Due parole su Gualtiero Marchesi tratte dal web:
(Da Wikipedia,
l'enciclopedia libera.)
Viene unanimemente
considerato il fondatore della "nuova cucina italiana", ed è a parere
di molti lo chef italiano più noto nel mondo e che sicuramente ha contribuito
allo sviluppo della cucina italiana, ponendo la cultura culinaria italiana tra
le più importanti del mondo.
Tra i suoi allievi che oggi riscuotono molto successo
si possono ricordare Mirella Porro, Antonino Cannavacciuolo, Enrico Crippa,
Carlo Cracco, Antonio Ghilardi, Ernst Knam, Karsten Heidsick, Lucia Pavin,
Alessandro Breda, Andrea Berton, Paola Budel, Pietro Leemann, Paolo Lopriore,
Michel Magada, Vittorio Beltramelli, Marco Soldati, Silvano Prada, Riccardo
Ferrero, Antonio Poli, Davide Oldani.
Nasce a Milano da una
famiglia di ristoratori di San Zenone al Po, in provincia di Pavia, grazie alla
quale muove i primi passi in ambito gastronomico e nella ricerca del proprio,
personale percorso culinario. Nel dopoguerra si trasferì in Svizzera, dove
perfezionò la sua conoscenza frequentando, dal 1948 al 1950, la scuola
alberghiera di Lucerna. Rientrato in Italia, rimase per alcuni anni
nell'albergo familiare, per proseguire il suo perfezionamento a Parigi.
Apre il suo primo
ristorante milanese nel 1977, conquistando la prima stella Michelin,seguita,
l’anno successivo, da una seconda.
A due anni
dall’apertura, i gastronomi Gault e Millau, nel corso di un'intervista al Time,
lo annoverano tra i
quindici ristoranti al mondo che preferiscono. La terza stella arriva nel 1985,
primo in Italia ad ottenerla.
Nel 2008, sarà anche
il primo, ma questa volta al mondo, a riconsegnarle tutte, convinto che, ormai,
si tratti di un gioco al rialzo, dove si sale e si scende per tenere alto il
buon umore e le fortune dei critici.
«L’ho fatto anche per
dare un esempio e dire ai giovani che la passione per la cucina non può essere
subordinata ai voti. Molti di loro, invece, si sacrificano solo in funzione del
giudizio, lavorano astrattamente per avere la stella. Non è sano né giusto».
Il rispetto del
sapere e la sua condivisione con chi si avvicina al mestiere del cuoco fanno da
cardine ad un carattere impulsivo e aperto, strutturato in funzione
dell’emozione.
Il carattere di un
artista che cerca nel colpo d’occhio il gesto risolutivo, tale da allineare
idee e convinzioni, l’appetito del bello e l’appetito del buono.
Vent’anni dopo
Bonvesin de la Riva, Gualtiero Marchesi apre il suo ristorante in Franciacorta,
all’Albereta di Erbusco.
Un viaggio dalla
città alla campagna che non sarà di sola andata, e che dopo varie tappe a
Parigi, Roma e Cannes lo scopre a ripensare a Milano nel 2008, con il
Ristorante Teatro Alla Scala 'IL MARCHESINO'.
Il Marchesino,
ritorno a Milano nel tempio italiano della Musica lirica per proporre la sua
cucina totale con un servizio ininterrotto dalle 8 del mattino al dopo Scala.
Innumerevoli sono i
riconoscimenti e i premi, meritati nell’arco di una carriera lunga più di
sessant’anni, ma quello che più si avvicina al compito del maestro è il ruolo
di rettore di Alma,
la Scuola Internazionale
di Cucina Italiana, fortemente voluta da Marchesi, inaugurata nel 2003
all’interno della Reggia di Colorno.
La contestazione con
Michelin
Nel giugno 2008,
Marchesi contesta il sistema di attribuzione dei punteggi della Michelin, e
"restituisce" le stelle, contestando il sistema di votazione della
guida, e affermando di voler ricevere solo commenti e non punteggi. Come
risultato, nell'edizione 2009, "sparisce" il ristorante di Marchesi,
rimanendo citato come il ristorante dell'albergo in cui ha sede,senza nessuno
dei commenti voluti da Marchesi.
« Ciò che più
m'indigna è che noi italiani siamo ancora così ingenui da affidare i successi
dei nostri ristoranti — nonostante i passi da gigante che il settore ha fatto —
a una guida francese. Che, lo scorso anno, come se niente fosse, ha
riconosciuto il massimo punteggio a soli 5 ristoranti italiani, a fronte di 26
francesi. Se non è scandalo questo, che cos'è? [...]
Quando, in giugno,
polemizzai con la Michelin lo feci per dare un esempio; per mettere in guardia
i giovani, affinché capiscano che la passione per la cucina non può essere
subordinata ai voti. So per certo, invece, che molti di loro si sacrificano e
lavorano astrattamente per avere una stella. Non è né sano, né giusto»
Un
incontro quanto mai gradito.
Fornace Curti
Via
Tobagi 8
20143
Milano
Tel.
+39-02-8135049
Visitato il 17/05/15
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