Location e paesaggio stupendi, ma il pranzo…....che delusione !
Dal parcheggio della diga di Bionaz dove finisce la strada asfaltata si segue la strada sterrata che passando tra le due casette adibite a bar e rivendita di prodotti locali sale a fianco del bacino, passa a monte dello sfioratore della diga e in poco più di un'ora porta al villaggio di Prarayer.
Lo sfioratore visto dalla strada sembra ben poca cosa, in realtà visto da vicino colpisce per la sua imponenza, solo nel canale di scarico scavato nella roccia viva potrebbero passare comodamente due autobus affiancati.
La strada sale dolcemente tra le rocce fratturate e l'azzurro del lago poi all'altezza del bivio per il Rifugio Nacamuli ridiscende pigra passando ai piedi di una macchia di larici.
Piccoli rigagnoli che scendono a cascata attraversano la sterrata prima di gettarsi nel bacino, la schiuma bianca dell'acqua che cade spicca tra il rosso delle rocce ed il verde intenso della vegetazione come uno schizzo di panna su di una fetta di torta al cioccolato.
Le rocce rossaste sulla sinistra contrastano piacevolmente con le acque azzurrissime del lago. In estate l'imponente fioritura degli epilobi copre ampi tratti di terrapieno di un rosa intenso ed uniforme.
Sopra la strada un larice contorto si afferra saldamente alla terra come un avaro alla sua ricchezza. dietro una curva si comincia a sentire il rombo del Torrente d'Oren gonfio delle acque di scioglimento dei ghiacciai. Lo si attraversa su di un ponte posto ad una rassicurante distanze dalla corrente. Il torrente in questo tratto si precipita verso il lago stretto tra due spalle di roccia, le gocce frantumate salgono fin sulla strada a portare refrigerio al caldo estivo.
Manca poco al Rifugio Prarayer. Si lascia a sinistra la cappella di Lo-Noailloz, dedicata al Sacro Cuore ed inaugurata l'11 settembre 1955. Ai suoi lati sono esposte due statue lignee che raffigurano San Grato e San Bernardo, poco più avanti una breve deviazione porta ad un rascard di fattura arcaica.
Si percorre un breve tratto di strada un poco più ripido del normale che è stato interamente selciato per limitarne l'usura. sulla sinistra poco prima dell'Alpe La Lé si stacca la strada sterrata che sale verso il Colle Collon.
Proprio ai bordi del lago si vede la vecchia cappella di Prarayer sconsacrata ed ora in rovina; è stata più volte sommersa dalla diga quando questa veniva portata alla quota di massimo invaso, ora che il bacino non viene più riempito del tutto la chiesetta osserva le acque azzurrissime del lago a distanza di sicurezza, circondata dal verde di prati.
La fontana del villaggio è la prima che accoglie il viaggiatore, poi una targa ricorda la vacanza dei papa Pio XI, il Papa alpinista, e quasi nascosto tra le case del villaggio ed il vecchio albergo costruito sul poggio si vede il Rifugio Prarayer, con i gerani rossi alle finestre ed il divertente barometro a corda posto a fianco dell'ingresso.
Dopo una passeggiata di oltre 1 ora, quale migliore sosta per rifocillarsi, riprendere fiato, per poter rifare la strada verso il ritorno al piazzale.
L’edificio è caratteristico e la location splendida. Il menù comprendeva della pasta al sugo, dello spezzatino, della polenta concia, della salsiccia al pomodoro e polenta.
Vasta la scelta dei dolci. Ma, ahimè, sarà stata una giornata storta, di quelle che in cucina nascono male, ma il cibo non arrivava alla sufficienza.
Ora, capisco e non pretendo che in un rifugio alpino a 2000 Mt. di altezza, servano una cucina raffinata alla Gualtiero Marchesi, ma almeno la polenta dovrebbe essere tale.
La polenta, secondo me precotta, tipo Valsugana, (senza nulla togliere alla polenta Valsugana) nella versione concia era addirittura bruciata e presentava segni evidenti di attaccatura alla pentola: la farina liscia non ha nulla a che vedere con le ottime farine grezze presenti in valle. L’abbondante formaggio, ricco di grumi, mascherava quell’obbrobrio di preparazione.
Stessa sorte per la polenta che accompagnava le salsicce con sugo di pomodoro e verdure (probabilmente scaldato e preparato diversi gironi prima).Al limite, piuttosto che presentare una polenta del genere, meglio farla con ingredienti “giusti”, tagliarla a fette e presentarla rosolata come contorno.
Unica cosa positiva, la porzione di salsiccia, ordinata per due, sfamava tranquillamente tre o quattro persone.
Dolci dozzinali, vino pessimo.
Insomma, meglio portarsi qualche panino da casa, sedersi su di un prato godendosi lo spettacolo meraviglioso delle montagne e del lago e tralasciare esperienze simili.
Ripeto, magari siamo capitati in un giorno “storto”, ma l’esperienza è stata negativa.
In quattro, con 2 conce, 2 salsicce con polenta , 4 dolci, 4 caffè, ¾ di vino e acqua minerale abbiamo speso 60 euro.
Meglio un bel pezzo di pane nero accompagnato da una fetta di fontina e qualche fettina di lardo di Arnad…..!!!!
Sconsolati per il pranzo facciamo ritorno con un'altra ora abbondate di camminata verso il piazzale dove avevamo lasciato l'auto, godendoci e immediatamente confortati dall' incantevole spettacolo che ci regala altre immagini da cartolina.
Alla prossima e, come si suole dire “non tutte le ciambelle nascono con il buco”.
PS. All’ inizio della passeggiata, prima del piazzale dove si lascia l’auto, si trova un grazioso locale, la Locanda Lac Place Moulin, di cui allego foto e biglietto da visita.Penso, senza ombra di dubbio, che. la prossima volta, proverò questo locale.
Rifugio – Refuge PRARAYER
Bionaz – AO-
Tel.0165730040
Provato a pranzo il 08/09/2012