26 aprile 2019

542-Langhe: Alba, Barbaresco, Neive e Mango -CN-



Langhe: Alba, Barbaresco, Neive e Mango -CN-

Quello di Langa è un paesaggio unico al mondo.

Le Langhe, con le loro dolci colline, con i loro nobili vigneti che spesso nascondono borghi di antica fondazione, sono uno dei principali motivi che ci spingono a visitarle una o due volte all’anno.
La collina infatti è il tratto caratteristico di questa zona, anche se assumono dei contorni diversi a seconda che si trovino sulla sponda destra o sinistra del fiume Tanaro. Dalla sponda sinistra del Tanaro troviamo infatti il Roero, geologicamente più giovane ( colline emerse e formatesi circa 5 milioni di anni fa), contraddistinto da suggestive rocche, con ripide pareti che aprono veri e propri squarci nel paesaggio.
La sponda destra invece da inizio a colline lunghe, delle vere e proprie “creste di terra” fiammeggianti, emerse in una fase ancora più antica, circa 15 milioni di anni fa. 




Gli agenti atmosferici nel corso dei millenni ne hanno eroso i fianchi, rendendole oggi dolci e morbide alla vista, creando un effetto unico, che ad alcuni ricorda quello del susseguirsi delle onde del mare. Un vero e proprio mare verde quindi, dove oggi spicca subito l’elemento che meglio caratterizza la Langa , la vite, che con i suoi filari ordinati ci ricorda subito un altro importante motivo che ci spinge a venire a visitarle: il vino.
Possiamo quindi parlare della Langa del Barolo, il cui nome deriva chiaramente al fatto di essere quella porzione, piuttosto piccola e circoscritta dove il vitigno nebbiolo la fa da padrone, così come avremo la Langa del Barbaresco e quella del Dolcetto, ma anche la Langa della Nocciola, con il comune di Cortemilia sua incontrastata “capitale”.
E’ quest’ultima anche l’Alta Langa dei formaggi (tome e robiole) e dei funghi, gli ottimi porcini che rivaleggiano con l’altro grande protagonista del territorio, il tartufo.
Oggi è Pasqua e le ore a disposizione non sono molte: tralasciando qualche centro già visitato (vedi Barolo) il nostro mini tour inizia da Alba, per poi proseguire a Barbaresco, Neive e Mango.
Alba è una città dalle origini antichissime, che addirittura risalgono a 6.000 anni prima di Cristo: era un’importante stazione neolitica che ha restituito reperti importanti, in parte conservati al museo Nazionale di Preistoria “Pigorini” di Roma ma anche nella sezione di protostoria del locale museo Civico “Eusebio” di Alba. Museo che ospita al suo interno anche importanti testimonianze e tracce materiali della fase romana, quando Alba si chiamava Alba Pompeia ed era una ricca e prospera città romana, con strade lastricate, mura, domus di pregio, un imponente foro, un teatro e altri importanti edifici . Alcuni reperti e resti monumentali si possono vedere passeggiando nel centro storico, dove è possibile vedere i resti del tempio capitolino, parti del selciato stradale romano, fognature ecc. (Interessante fare la visita guidata di Alba sotterranea).





Ma Alba è soprattutto una città medievale, con le sue torri a punteggiare il panorama dell’antico centro cittadino, con case-torri in laterizio, spesso decorate con bellissimi fregi in cotto sulle facciate, archi, bifore e trifore si intervallano con rifacimenti barocchi, liberty e di taglio moderno, creando un vero e proprio museo aperto.
Per chi è interessato ad un turismo di tipo culturale e sacro Alba conta numerose chiese di pregio, alcune molto antiche con dei veri e propri piccoli tesori d’arte sacra che si possono ammirare liberamente. Ad Alba da non dimenticare una tappa al Duomo e alla chiesa del san Domenico, un vero gioiello di arte romanica-gotica unica nel suo genere e la chiesa della Maddalena, tripudio di marmi e forme barocche. 














Alba, capitale indiscussa delle Langhe, sarebbe da visitare lentamente, apprezzandone i piccoli scorci su improvvise piazzette, vicoli stretti e caratteristici, con botteghe artigiane e librerie uniche, torri medievali, resti romani, con i sorrisi dei suoi abitanti.
Ma basta spostarsi da Alba per continuare un percorso tra arte, storia e cultura. Le Langhe sono puntellate sui suoi crinali da borghi d’altri tempi, in paesaggi mozzafiato, con torri e manieri medievali, fortezze militari o nobili dimore di soggiorno e caccia che si possono visitare, palazzi storici che aprono le loro porte ai visitatori e cantine storiche, dove l’arte del vino si mescola con le forme e architetture di cantine scavate nel tufo, nelle pance delle colline, creando vere cattedrali di vino e arte.
Questo è solo un piccolo assaggio di cosa può offrire Alba e le sue colline, da scoprire e apprezzare, giorno dopo giorno.
Ma il tempo è tiranno e dovendo essere a Neive per l’ora di pranzo, lasciamo Alba e puntiamo su Barbaresco che dista una ventina di chilometri.
Si riconosce subito in quanto adagiata su una delle rocche lungo le anse del Tanaro, e  emerge imponente la “torre di Barbaresco”, simbolo del paese. Qui era la barbarica “silva”, prima occupata dai Liguri e poi dai Romani: da questa caratteristica deriverebbe il nome del paese.



















Il borgo di Barbaresco è un insediamento di epoca medioevale sviluppatosi in una posizione dominante rispetto al fiume Tanaro. Inserita in questo pregevole borgo si erge, con i suoi 36 m di altezza, l’imponente Torre sopravvissuta alla distruzione che ha invece interessato il castello medioevale. Contesa per secoli dai comuni di Alba ed Asti per la sua posizione strategica, costituisce oggi uno dei più importanti riferimenti visivi di tutto il comprensorio di Langhe – Roero e Monferrato avvalendosi anche del titolo di torre medievale più grande del Piemonte.
Da queste parti sono più le cantine degli abitanti e tra queste spicca presso il castello, meglio noto come Palazzo dei Galleani di Barbaresco e Canelli, ha sede la prestigiosa azienda vinicola Gaja, famosa nel mondo per i suoi vini di eccellenza.








La visita di Barbaresco non può che iniziare dalla Torre di Barbaresco. La torre rappresenta il vero e proprio simbolo di Barbaresco e salendo sulla sua sommità è possibile ammirare un panorama incredibile e spettacolare. Da lassù sospesi tra le nuvole  in una giornata serena si possono ammirare, magari sorseggiando un calice di Barbaresco, i dolci profili delle colline, il corso del fiume Tanaro e la catena montuosa delle Alpi.
Nei pressi, al fondo della via, la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, imponente e di stile barocco.
Di fronte alla meridiana del Barbaresco vediamo la Chiesa di San Donato oggi sede dell'Enoteca Regionale del Barbaresco.
della cittadina a San Donato per ringraziare il cielo dell'abbondante produzione vitivinicola delle colline intorno al paese. Al suo interno possiamo ammirare gli eleganti e preziosi decori del pittore Giuseppe Viglino. Intorno agli anni '70 è stata acquistata dal Comune di Barbaresco che, dopo un opportuno restauro, ha deciso di destinarla ad accogliere l'Enoteca Regionale del Barbaresco. In questo splendido tempio del Barbaresco sono conservate ed esposte oltre 240 bottiglie provenienti da 120 aziende del territorio. Inoltre al banco assaggio è possibile degustare ed acquistare i barbaresco di tutta la zona di produzione, grappe, aceto di barbaresco e simpatici ed originali gadgets.
Risaliamo in auto e raggiungiamo Neive dove ci aspettano per il pranzo al ristorante “ la Luna nel Pozzo”, piccolo e elegante localino che non tradisce mai le attese.







Le strade tortuose di Neive salgono tra gli eleganti palazzi di cotto e portano alla Torre dell’Orologio del XIII secolo simbolo dell’antica municipalità. La piazza principale, Piazza Italia, sembra quasi un salotto, con i suoi palazzi settecenteschi che si affacciano uno a fianco all’altro e danno la sensazione di un luogo pronto ad accogliere il turista che ha voglia di avventurarsi fin qui.
La cosa che colpisce di più di questo borgo è però la vista che si gode dall’alto sulle colline circostanti. Il barbaresco – insieme al moscato, al barbera e al dolcetto – è il vino che si produce da queste parti e un solo sguardo non basta per abbracciare tutti i vigneti che circondano la piccola Neive.
Da lì in cima davvero si comprende la definizione che qualcuno dà delle Langhe come “terra di vino”.
E poi via verso Mango, tra distese infinite di vigne e noccioleti, a casa di amici che hanno un bellissimo Bed and breakfast denominato “All’ombra del Pero”, proprio sulla cima di una collina dalla quale si gode di una vista impareggiabile.









Il Castello di Mango oggi è sede dell’Enoteca Regionale Colline del Moscato e fermarsi qui per una degustazione di questo vino è quasi un obbligo.
L’uva moscato bianco, di antica origine asiatica, viene coltivata infatti una vasta area che comprende le province di Asti, Cuneo e Alessandria. I vigneti che circondano Mango eccellono nella produzione di questo vino aromatico e dolce e nell’Enoteca è possibile acquistare il Moscato d’Asti D.O.C.G. e l’Asti D.O.C.G. due prodotti di eccellenza e vanto per l’enologia italiana nel mondo.
E poi …………. È giunta l’ora di fare ritorno verso casa…..!!!
Le langhe sono sempre un’esperienza unica che vale sicuramente una o più visite in periodi differenti dell’anno per ammirarne i colori, i sapori e degustare ottimo vino e cibo.



Langhe:
Alba, Barbaresco,
Neive e Mango -CN-


Visitato il 21/04/2019

Nessun commento:

Posta un commento