13 novembre 2017

439-Mostra “Milano e la Mala” – Milano -MI-



Mostra Milano e la Mala Milano -MI-


Storia criminale della città: dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca.


Fotografie, oggetti, giornali, verbali, fedeli ricostruzioni, sono solo alcuni degli elementi per immergersi nella storia sanguinaria e romantica della “ligera”: il tutto visibile fino all’11 febbraio del prossimo anno nella splendida cornice di Palazzo Morando nel quadrilatero della moda.










La mostra inizia con le prime bande che si aggiravano per la città nell’immediato dopoguerra. Un’epoca quasi romantica, quella della Ligera (come veniva definita la delinquenza milanese fin dalla fine del XiX secolo) e spesso ricordata nelle canzoni popolari. Un’epoca che visse il suo apice con la rapina di Via Osoppo avvenuto nel 1958. Allora, sette uomini assaltarono un portavalori in pieno centro impossessandosi di un bottino da 164 milioni di lire. Il tutto senza sparare nemmeno un colpo. Col ventennio 1960-80, però, si inaugura la fase più cruenta della criminalità cittadina. 







 Le bande, strutturate, omogenee, a volte di stampo mafioso iniziarono a prendere possesso delle varie attività clandestine: prostituzione, gioco d’azzardo e traffico di stupefacenti. I nomi di Francis Turatello, Angelo Epaminonda e Renato Vallanzasca iniziarono a prendere sempre più spazio nelle cronache contribuendo a creare una vera e proprio atmosfera da Far West. 
Non mancano, nel percorso per immagini, anche una serie di reperti e oggetti del tutto particolari: i dadi delle bische clandestine, la custodia del mitra di Renato Lutring, le armi di ordinanza della polizia e quelle sequestrate ai malviventi, le schede biografiche degli arrestati. Un insieme che, nelle intenzioni del curatore Stefano Galli, racconta «la storia di Milano con un taglio insolito». Emergono così dagli archivi le storie dei feroci killer Apaches o i più elegante “tre milord” (che gestivano il racket in zona Ticinese e Porta Genova). Per non parlare delle collusioni fra criminalità e ambienti sovversivi durante le tensioni sociali degli anni ’70: «In questo decennio la città cambiò la propria socialità. Rapine e rapimenti avevano creato una sorta di coprifuoco. Successivamente poi, la criminalità arrivò a controllare monopolisticamente tutto, il traffico di droga in primis, ma anche le bische e i night club», ha spiegato Galli. 











Per contrasto, però, la storia della malavita racconta anche le vicende di quanti gli si sono opposti: ufficiali, militari, agenti, magistrati. Tutti servitori dello stato che per dovere hanno affrontato in prima linea la minaccia della criminalità. A figure come il commissario Mario Nardone e il futuro questore Achille Serra è dedicata l’ultima parte della mostra dove trova posto l’evoluzione delle tecniche di contrasto alla criminalità messe in campo dalle forze dell’ordine. «Grazie al lavoro meticoloso e tenace delle forze dell’ordine, oggi il miglioramento a livello sociale è innegabile.











Armi, schede segnaletiche dei criminali, pagine di giornali, tantissime foto, la tuta dei banditi di via Osoppo, le divise dell’epoca della polizia, la fedele ricostruzione di un ufficio di PS, una enorme macchina fotografica usata per le foto segnaletiche, la celebre colonnina SOS per comunicare con la Questura, la ricostruzione di una cassaforte rapinata, valige e contenitori usati per le rapine e, all’esterno la mitica Giulia di colore verde della Polizia di Stato.

Una mostra bellissima e interessantissima che riporta la mente a quel periodo storico: un modo originale per raccontare la storia di Milano.

PS. Peccato che nelle sale non è stato possibile fotografare e pertanto le foto sono quelle trovate in rete.





Mostra Milano e la Mala
c/o Palazzo Morando
via Sant’ Andrea n.6
20121 Milano  -MI-
dal 9 novembre 2017 al 11 febbraio 2018

Visitata il 11/11/2017  

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