9 aprile 2016

292-Henry Cartier-Bresson a Palazzo Gromo Losa – BIELLA - BI-



Henry Cartier-Bresson a Palazzo Gromo Losa BIELLA - BI-


226 foto d’autore in una splendida dimora.



La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e la Fondazione Pierre Gianadda presentano la mostra “Henri Cartier-Bresson. Collezione Sam, Lilette e Sébastien Szafran.
Dove ? Nell’antico borgo del Piazzo facilmente raggiungibile dal centro cittadino con la comoda funicolare.


La mostra è aperta al pubblico da sabato 19 marzo  fino a domenica 15 maggio 2016 nei suggestivi spazi di Palazzo Gromo Losa a Biella - dimora storica il cui nucleo originario risale al Tardo Medioevo, collocata nel centro storico della città, circondata da un ampio giardino all’italiana e recentemente restaurata dalla Fondazione con l’obiettivo di farne un centro di riferimento per il territorio, dedicato ad attività culturali e sociali di diversa natura.







L’esposizione presenta un corpus di opere del grande fotografo francese Henri Cartier-Bresson, tratte dalla Collezione Sam, Lilette e Sébastien Szafran, di proprietà della fondazione svizzera Pierre Gianadda.
La mostra porta a Biella oltre 200 stampe originali di questa incredibile raccolta di immagini in bianco e nero.   L’amicizia tra Cartier-Bresson e Szafran è durata più di trent’anni, ma è nel 1972 che la collezione Szafran ha cominciato a prendere forma. I due si erano incontrati a Parigi, in occasione di una mostra in cui Sam esponeva alcuni disegni a carboncino. Cartier-Bresson, il quale aveva studiato arte ma aveva trascurato la pratica del disegno dopo aver scoperto la fotografia, chiese a Szafran di dargli lezioni di disegno.   Cominciò allora tra i due amici uno scambio straordinario, in cui la fotografia giocava quasi il ruolo di lettera. Regolarmente, Henri Cartier-Bresson attingeva dai suoi archivi delle stampe originali per il suo “caro amico” Sam. Accompagnava quasi sempre le fotografie con una dedica, una riflessione, un gioco di parole, calembours o versi improvvisati.   La collezione è un riflesso fedele dell’intera opera di Henri Cartier-Bresson. Tra le fotografie scelte per l’amico nel corso degli anni si ritrovano infatti le tracce dei viaggi di Cartier-Bresson, i suoi numerosi incontri con gli artisti, come Alberto Giacometti, Henri Matisse, Pierre Bonnard, ma anche Edith Piaf, Pablo Picasso, Jeanne Moreau…  E poi foto di gioventù, di grandi incontri, di momenti storici, paesi lontani, volti amati e visi di artisti e scrittori. 


  Queste immagini permettono di scoprire lo straordinario universo di Henri Cartier-Bresson, il suo sguardo vivo, penetrante, divertito e libero sul mondo.   Henri Cartier-Bresson è stato un artista fondamentale per la storia della fotografia. Tra i fondatori dell’Agenzia Magnum, fu inventore del reportage contemporaneo e dello stile fotografico detto candid, caratterizzato dalla mancanza di messa in posa dei soggetti. Le sue opere catturano la realtà nel suo momento decisivo, espressione che sarà anche il titolo del suo libro più celebre, pubblicato nel 1952: un portfolio di 126 foto, con la copertina disegnata da Henri Matisse.   La fotografia era per Cartier-Bresson il riconoscimento in una frazione di secondo del significato di un evento, il momento che l’artista deve saper cogliere prima che sia perso per sempre. Dietro l’eleganza compositiva delle immagini di Henri Cartier-Bresson non c’è infatti nulla di studiato: il suo era un approccio documentario, ma è una documentazione istantanea e istintiva, possibile solo se il fotografo, a sua volta coinvolto nella scena che intende catturare, mette sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore, come amava dire il fotografo francese.   Gli scatti rigorosamente in bianco e nero di Cartier-Bresson ritraggono spesso scene quotidiane, rivelando la sua ossessione per la rappresentazione della vita e il suo desiderio di non influenzare in alcun modo il soggetto con la sua presenza. Usava una Leica 35 mm con lenti 50 mm, resa meno appariscente colorando di nero le parti cromate della macchina. Sceglieva obiettivi naturali, simili alla percezione visiva umana, non amava il flash o le didascalie, stampava integralmente il negativo senza alcuna manipolazione nella camera oscura e non esitava a usare immagini mosse o sfocate.  






 La sua poetica è ben riassunta nel reportage realizzato in occasione dell’incoronazione di Re Giorgio VI e della Regina Elisabetta per il settimanale francese Regards, nel ’37, che gli valse la pubblicazione della sua prima foto giornalistica: Cartier-Bresson non scattò alcuna foto alla coppia reale o al corteo. Si concentrò invece sugli spettatori, regalando ai posteri una galleria di immagini capace di rendere alla perfezione lo spirito di quella giornata storica.
Cartier-Bresson vivrà 96 anni e, con i suoi scatti e il suo stile inconfondibile, segnerà indelebilmente la storia della fotografia.
Una grande mostra dedicata a un grande fotografo.
Imperdibile….!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E nel mentre da non perdere la splendida location con il meraviglioso giardino.
Di seguito qualche notizia sul Palazzo e il suo giardino tratta dalla rete:

-Il Palazzo

UN’ELEGANTE DIMORA SIGNORILE


Palazzo Gromo Losa era in origine un’elegante dimora signorile, come i vicini Palazzo Ferrero e Palazzo La Marmora.

Il nucleo originario del complesso è costituito dalla manica nordorientale, quella che affaccia sull’attuale Corso del Piazzo, e risale al XIV-XV secolo. Il portico rivolto verso il giardino, in parte chiuso nel 1937 dalla realizzazione della palestra (l’attuale auditorium), è costituito da sette colonne di serizzo che sorreggono otto volte a crociera, ma non esistono documenti che ne datino la realizzazione.
                                              
Nel 1757 l’edificio fu acquistato dal conte Maurizio Losa di Prarolo (1727-1796), appartenente a un’antica famiglia nobile stabilitasi dal Seicento a Salussola. Maurizio, ultimo esponente della dinastia, nominò come erede universale il cognato Leopoldo Gromo di Ternengo con l’obbligo di assumere il nome e l’arma, da cui la nuova denominazione di Gromo Losa. In segno di riconoscenza al generoso cognato, Leopoldo fece comporre una solenne lapide funebre in lingua latina, che in origine doveva essere posta accanto alla tomba di Maurizio nella chiesa di San Domenico, per essere rimossa pochi anni dopo in occasione della demolizione dell’edificio e fatta collocare su una delle pareti del piccolo fabbricato che dà sulla corte intermedia, dove si trova tuttora.


Durante i lavori di restauro nelle cantine del Palazzo è stata rinvenuta una lastra in pietra con scolpita in bassorilievo l’arma dei Losa («d’azzurro a tre pesci aloses (cheppie) d’argento, uno sull’altro, col capo di rosso, cucito, carico di tre stelle d’oro, ordinate in fascia»), in uno scudo di forma ovale cartocciato, sormontato da corona a sette perle e accollato alla croce mauriziana.

-Il giardino




Tra gli elementi di maggior pregio del Palazzo rientra senz’altro il giardino, che occupa una superficie di oltre 5.500 mq, cui vanno aggiunti il cortile centrale, il “giardino delle essenze”, l’area alberata orientale e il pendio boschivo che declina fino al sottostante “parcheggio del Bellone”. Questo spazio era utilizzato dalle Suore Rosminiane per le attività all’aria aperta dell’Istituto B. V. O. Nel 2007 la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ha accolto la proposta di un privato mecenate biellese, Sig. Emanuele Rosa, di trasformare l’area, a proprie spese, in un parco giardino ispirato ai criteri del giardino “all’italiana” impegnandosi a curarne anche la manutenzione.



Il grande prato, tagliato da un pergolato già esistente, è stato suddiviso in parti regolari bordate da basse siepi di bosso secondo i canoni del giardino “all’italiana”. Bacini d’acqua mossi da getti schiumeggianti sono stati collocati al centro di ogni aiuola. Siepi di rose monocromatiche accompagnano quelle di bosso e assicurano, con altre macchie di rose diverse, una fioritura costante da maggio a novembre. Un tunnel di carpini chiude il lato settentrionale del parterre e invita a una piacevole passeggiata all’ombra. A sud il piano è delimitato da una siepe parapetto, accompagnata da un filare di Prunus subhirtella, che fiorisce in inverno e all’inizio della primavera. Nel pendio sottostante è stata piantata una fila sfalsata di Cornus florida, mentre al di sopra del muro inferiore campeggiano cipressi toscani ben distanziati. Le essenze arboree preesistenti sono state rispettate: si tratta di cinque kaki, alcuni allori e altre piante da frutto e da fiore tra le quali spicca un ciliegio monumentale che è diventato elemento determinante nel disegno dei percorsi inghiaiati.







Tra il 2014 e il 2015 la Fondazione Cassa di Risparmio ha intrapreso il progetto “Giardino delle Farfalle”, che attraverso uno specifico programma di ripopolamento curato dal naturalista Lucio Bordignon ha portato nel giardino di Palazzo Gromo Losa numerose specie di farfalle.



Henry Cartier-Bresson
c/o Palazzo Gromo Losa
Corso del Piazzo, 24 
Biella –BI-
Tel. +39 0152520432

Dal 19 Marzo 2016 al 15 Maggio 2016

Orario:
Venerdì 15.30-19
Sabato 15.30-19
Domenica 10-13 / 15.30-19 

Costo del biglietto: € 5; sono previste riduzioni per particolari categorie.

Visitato il 03/04/2016

Nessun commento:

Posta un commento