10 novembre 2014

167-Una domenica a Milano: Unicredit tower, J. Zanetti alla Triennale, 50° della M1.





Una domenica a Milano:  Unicredit Tower,  J. Zanetti alla Triennale, 50° anniversario dell'inaugurazione della M1.



Un’esperienza, per motivi diversi, molto interessante.

Perchè non approfittare dell' apertura straordinaria del grattacielo Unicredit Tower (8 e 9 novembre 2014) per vedere Milano dall' alto ?
Perchè non visitare alla triennale la mostra dedicata a J. Zanetti, glorioso capitano dell' Inter che ha da poco appeso le scarpette al chiodo ?
Perchè non dare un' occhiata alla mostra allestita in piazza Castello per i cinquant' anni della linea 1 della metropolitana milanese ?
Ecco impegnata la giornata con una tappa a Eataly per degustare i torroni prodotti da eccellenze di tutta Italia.

Infatti a una settimana dall’inizio della Festa del Torrone, a Cremona dal 15 al 23 novembre, Eataly Smeraldo, l’8 e 9 novembre a Milano, ha celebrato l’eccellenza del dolce principe della tradizione italiana con una due giorni di eventi tra degustazioni, musica e spettacolo.


Per tutto il weekend infatti nel negozio di piazza XXV Aprile a Milano, si potrà degustare il torrone classico della tradizione cremonese e approfondire tutte le curiosità legate al dolce, parlando direttamente con produttori artigianali ed esperti di questa eccellenza dolciaria italiana. Il tutto accompagnato da una serie di appuntamenti tra musica e spettacolo legati al torrone e alla città di Cremona.





Pausa pranzo da CARLSBERG in zona Bastioni di Porta Nuova nei pressi dei grattacieli, una sosta per deliziare il palato con un buon "Cimmino" specialità dell' omonimo GRAN CAFFE' CIMMINO in via Larga e passeggiata al Parco Sempione per la visita alla Triennale e alla Mostra sulla M1.

 






Torre Unicredit


 (Tratto dalla rete.)

La Torre Unicredit, con i suoi 231 metri di altezza, è il grattacielo più alto d'Italia. È collocato nel progetto Porta Nuova, a ridosso di corso Como e della stazione Garibaldi, all'interno del Centro direzionale di Milano. 




Cuore del complesso è la piazza Gae Aulenti, un podio rialzato di forma circolare. Attorno al podio, oltre alla torre in oggetto, sono collocate altre due costruzioni, una di 22 piani (torre B) l'altra di 12 (torre C). Il complesso è stato progettato dall'architetto César Pelli mentre le strutture sono state progettate e calcolate dalla società di Ingegneria MSC Associati s.r.l. di Milano.
L'operatore a capo della realizzazione del progetto è la società immobiliare Hines Italia.
È sede della direzione generale di UniCredit
È stata inaugurata l'11 febbraio 2014 dai vertici del gruppo bancario, nonché da importanti personalità politiche quali il presidente del Consiglio Enrico Letta.
La forma estremamente sinuosa, presenta una facciata a nord completamente vetrata e una a sud modulata dalle linee orizzontali dei frangisole per una più corretta irradiazione solare. La guglia, elemento caratterizzante dell'intero progetto, ha una forma a spirale che tende ad assottigliarsi verso l'alto. 



È una citazione della guglia maggiore del duomo di Milano. La sua presenza in posizione eccentrica rispetto al baricentro dell'edificio ha comportato notevoli studi di staticità sull'impatto del vento e degli agenti atmosferici. È di acciaio traforato in modo da non permettere la formazione di ghiaccio.
Il complesso, firmato dall'architetto César Pelli, è composto da una serie di palazzi eco-sostenibili (si calcola una riduzione del consumo di energia del 37%) in vetro e acciaio, disposti attorno ad una piazza circolare da un diametro di 100 metri, detta "podio", interamente pedonale e rialzata di 6 metri rispetto al livello della strada. I tre edifici si dispongono a semicerchio intorno ad essa, innalzandosi su diversi piani:

La torre Unicredit, conta 32 piani ed è alta 231 metri, attestandosi così come il più elevato edificio italiano (l'edificio conta circa 146 metri, più gli 85 della guglia).
La torre B, conta 22 piani in circa 100 metri di altezza.
La torre C, conta 12 piani e misura circa 70 metri di altezza.

La guglia, o spire, sopra la torre A, posata a settembre 2011, è alta 85 metri ed è interamente rivestita di led che possono assumere diversi colori a seconda della ricorrenza (una delle combinazioni è il tricolore italiano); durante il periodo natalizio del 2013, la guglia era illuminata di verde a rappresentare un albero di natal], il 1º marzo 2014 era illuminata di lilla in occasione dell'apertura delle fermate Isola e Garibaldi FS della linea M5] e nella notte tra il 14 ed il 15 giugno 2014 era illuminata di rosso per celebrare i 150 anni di Croce Rossa Italiana.


L'area commerciale del complesso è di 6 370 m², con negozi su due livelli, e quella terziaria di circa 50 500 m². Il podio è collegato con corso Como da un passaggio pedonale che passa tra i complessi Munoz&Albin.



Si effettua l' accredito e si sale al 25° piano con vista mozzafiato sulla città; peccato per la foschia.




Si scende poi  nell’innovativo spazio “Tree House”, al secondo  del palazzo, nato dalla volontà di portare la natura negli uffici, creando un percorso immaginario fra il parco che sorgerà vicino alle Torri e gli spazi di lavoro.










In questi spazi e nella nuova filiale Garibaldi è allestita l’esposizione temporanea “Radici nel Futuro”: documenti, vecchi assegni e libretti di risparmio, calcolatori elettronici antenati dei moderni computer, oggetti e fotografie del passato della banca, in dialogo con progetti, strumentazioni d’avanguardia e innovazioni tecnologiche di ultima generazione.










 Un’occasione unica per scoprire, come in una macchina del tempo, le trasformazioni che la banca ha vissuto nel modo di lavorare e nella relazione con il pubblico.


Alla TRIENNALE: 
Javier Zanetti, campione da museo.

Dal 9 ottobre al 23 novembre.


La mostra su Javier Zanetti vuole celebrare uno dei pochi campioni dello sport capaci di riscuotere stima e ammirazione al di là dell’appartenenza ai colori di una specifica squadra. Javier Zanetti è una bandiera dell’Inter e dell’Argentina ma, soprattutto, è una bandiera dello sport. È il volto pulito, etico e serio dello sport che s’impegna come esempio positivo anche nella vita civile, attraverso la Fondazione P.U.P.I. da lui fondata.



Non ha tatuaggi, piercing o orecchini; a creste e rasature acrobatiche, tinte shocking e ciuffi avventurosi contrappone da sempre una sana riga di lato da impiegato in banca. Di quelli che stanno allo sportello a rassicurare le vecchiette. Nel suo carnet non trovi veline o modelle: mai una notte brava in discoteca, una scazzottata tra ubriachi, un fermo per guida spericolata, un tamponamento alcolico davanti a questo o quel locale alla moda. Non servono sovrastrutture, a Javier Zanetti, per essere un mito. 





Gli basta la sua placida e persino un po’ noiosa normalità di padre, marito e sì , incidentalmente , campione dello sport. Ha vinto tutto quello che poteva vincere con la maglia dell’Inter, infilando il leggendario Triplete del 2010 a coronamento di una carriera ventennale con il club nerazzurro, di cui oggi è uomo immagine e vicepresidente: il ricordo ancora caldo di quei successi rivive in forma di omaggio alla Triennale di Milano, per una mostra che emoziona i tifosi e ha il merito di ribadire il banale eroismo dei vincenti. Quelli veri.





Un operaio del pallone, Zanetti, forse nemmeno più forte, per valori tecnici, rispetto a mille altri calciatori di ieri e di oggi, ma un personaggio capace di vivere lo sport con una passione così totalizzante da risultare esplosiva, contagiosa; arrivando con cuore, testa e polmoni là dove i piedi non potevano portarlo. Un eroe antico, quasi mitologico, al pari di pochi altri come lui  ad essere rispettati e amati da qualsiasi tifoseria.



Non serve allora chissà quale sforzo di immaginazione per vedere impallidire i vessilli nerazzurri che ammantano in questi giorni l’atrio della Triennale, per vedere svaporare i loghi e i nomi incisi sui trofei vinti. Perché celebrare Zanetti non ha niente a che vedere con l’Inter: significa festeggiare il calcio in senso lato e quindi lo sport tutto. E quella piccola grande fetta che questo occupa nella nostra vita.

In mostra  i cimeli dell’ex capitano dell’Inter e i trofei del mitico Triplete.


Festa a Milano per i 50 anni della linea metrò M1



Cinquant’anni fa, il 1° novembre 1964, alle ore 10:41, i primi due vagoni della metropolitana M1, la “rossa", attraversarono la città, da Piazzale Lotto a Sesto Marelli, lungo 21 stazioni per 12,5 Km di percorso. A distanza di 50 anni, la M1 rappresenta ancora la “spina dorsale" della rete metropolitana di Milano, con le sue 38 stazioni su un percorso di  circa 27 km e quasi 500.000 passeggeri al giorno trasportati.





Per festeggiare questo momento storico il Comune di Milano, ATM, MM e Fondazione Milano - Scuole civiche hanno organizzato molte iniziative in diversi luoghi della città. In piazza Castello si trova un tunnel ‘emozionale’ che con materiale video dell’epoca racconta ai milanesi la storia della nascita della linea 1, che fu progettata e costruita da Metropolitana Milanese, mentre il design interno e il logo furono curati da Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda. Anche la mostra ‘Milano SottoSopra’ all’Expo Gate, organizzata da MM, illustrerà la nascita della metropolitana con immagini di archivio.



Il tunnel, lungo 20 metri a alto 5 metri, resterà installato per tutto il mese di novembre. Il tunnel avrà una sezione dedicata al passato ed una dedicata al presente ed al futuro. All’interno del tunnel vemgono proiettate immagini di repertorio e video che ripercorreranno la storia della metropolitana di Milano dal 1964 ad oggi.





(Tratto dalla rete)


Il 12 giugno 1957 avviene la cerimonia della prima pietra e subito partono i lavori per il primo lotto, che vedono l’impiego di 900 operai, i quali già nel maggio del 1959 riescono a consegnare al rustico la prima tratta affidatagli.




Costruzione galleria in Duomo

La larghezza della galleria è di 7,5 metri con altezza libera pari a 3,9 metri, in modo da far transitare due vetture dalla larghezza di 2,85 metri. I tunnel hanno la copertura a non meno di 3 metri dalla superficie e il piano dei binari a non meno di 8 metri. La procedura adottata per la costruzione è una derivazione del sistema cut&cover londinese, usato già nel 1863 per la costruzione delle prima metropolitana, ma con una differenza sostanziale, tanto da prendere il nome di metodo Milano.

Tale metodo prevede prima la costruzione dei piedritti, poi lo scavo del terreno fino al punto di appoggio della copertura e il getto della stessa. Successivamente viene ripristinata la viabilità di superficie e si procede, in sotterraneo, alla scavo e alla costruzione dell’arco rovescio. Per poter attuare questo metodo nelle vie del centro storico si ricorse al sistema dei fanghi Bentonici, brevettato dalla ditta ICOS di Milano solo qualche anno prima.

Durante la fase di costruzione, che era relativamente veloce, emerse quanto il sistema costruttivo adottato fosse impegnativo per il traffico di superficie e anche per i più elementari spostamenti pedonali, così fin da subito, per i lotti in centro città, si accelerò la velocità esecutiva istituendo tre turni di lavoro a coprire l’intero arco delle 24 ore. Nonostante questa soluzione portasse con sé il problema del disturbo sonoro notturno. Tuttavia questa decisione ebbe i suoi vantaggi, per il settimo lotto, ovvero via Dante e piazza Cordusio i lavori durarono appena 350 giorni.







Un punto problematico fu il Palazzo della Ragione in via Mercanti, edificio di epoca medioevale, reso ancora più instabile dal grande carico dovuto alla presenza al suo interno dell’archivio notarile, per questo motivo fu necessario incatenare le volte ed armarle con robuste centinature di legno, poi si provvide a rinforzare le fondazioni con paletti gettati in opera in fori trivellati a raggiera detti “pali radice”. Inoltre il Broletto così come molti altri edifici a portici nel centro furono poderosamente centinati con travi in legno.

Anche per le stazioni, a partire da Cordusio, si decise di gettare prima il solaio e poi, dopo aver ripristinato la viabilità superficiale, costruire il solaio del mezzanino e il piano banchina.

Durante i lavori per la costruzione della Linea 1, venne portato avanti dalla MM anche il progetto della Linea 2 “verde”, i cui lavori cominciarono già prima dell’inaugurazione della prima tratta della “rossa”. Prima di dare l’avvio ai lavori per l’intera infrastruttura, fu realizzata la fermata di corrispondenza con la nuova stazione FS di Porta Nuova, oggi Garibaldi, in modo da unificare le due strutture sia come progetto sia come tempi realizzativi.








I lavori terminano nel 1964, dunque il 1° novembre del medesimo anno la metropolitana entrò in servizio, ad inaugurarla, alle 10,40, è la vedova Vigorelli che tagliò il nastro alla stazione Lotto fra le autorità; alle 17,03 la metropolitana venne aperta a pubblico con il seguente annuncio: “Parla il direttore generale (della ATM ndr) aprite tutte le porte. Chiedete l’aiuto della polizia per frenare il pubblico, se è necessario”, quindi entrò una folla grandiosa che raggiungerà le duecentomila unità alla chiusura della prima giornata, una folla tanto grande quanto imprevista, tanto che le macchinette distributrici dei biglietti rimasero presto scariche.






Per l’occasione il compositore milanese Giovanni D’Anzi, che già aveva cantato le vicende della metropolitana, compose una canzone dal titolo “Metropolì Metropolà” ovviamente in dialetto. Eccone il testo:


Per fabbricà la Metropolitana
Saran cent’ann che nun s’em mis adrée
Ma adess che l’è finida
Milan l’è soddisfada
Perchè l’ha fada con i sò danèe…

Metropolì, Metropolà
Da san Siro fino a Sesto
Te traverset la città.
Metropolì, Metropolà
Sotto terra e senza smog de respirà.
Va, va,
Va veloce e portami con te
Con te, dalla Bicocca a Monlué.
Va, va che me par nanca de viaggià.
Metropolì, Metropolà
Ti te set la mia vendetta
Ho vendù la motoretta
Spachi a tocch la bicicletta del papà.
Metropolì, Metropolà
Lassa pùr ch’el mond el disa
Ma Milan l’è on gran Milan.

In Municipi al temp de Garibaldi
Aveven già studiàa la situazion
Un BUS a l’ Aquabella
un BUS alla Merlada
Ma l’han piantada gh’era no i milion.

Metropolì, Metropolà
Con la nebbia e Con la fiocca
E i vagon ben riscaldàa
Metropolì, Metropolà
Giorno e notte te ven voeuja de viaggià.
Sì, sì,
sì te sètt costada come el Domm
Sì, sì ti te sè stada el noster BUM,
Sì sì te sé l’orgoglio de Milan.
Metropolì, Metropolà
Guarda lì che cannonada
E Milan l’ha fabricada
Fresca, bella, illuminada de basà.
Metropolì, Metropolà
Lassa pùr ch’el mond el disa
Ma Milan l’è on gran Milan.


La giornata ci ha deliziato la vista e il.....palato...!!!!!!



Visitati il 09/11/2014



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