Milano e la prima statua dedicata a una donna: è Cristina Trivulzio di Belgiojoso -Milano -MI-
Milano
ha inaugurato la prima statua dedicata a una donna il 15 settembre 2021. Già,
nell'anno 2021, quando si dibatte di gender equality ma sulle 121 statue che
popolano il capoluogo lombardo, nemmeno una era mai stata dedicata a una figura
femminile prima d'ora. Quasi ci manca la terra sotto ai piedi davanti
all'evidenza che nella storia scritta sui libri e insegnata a scuola, le figure
femminili hanno finito per essere cancellate. Per restituirle alla memoria
collettiva e arrivare a una parità, oggi, forse bisogna partire ricostruendo il
passato.
L'inaugurazione
vuole dare il via a una lunga serie di statue femminili di cui le prossime
saranno quella dell'astrofisica Margherita Hack e alla madre del socialismo
italiano Anna Kuliscioff. La prima ad essere ritratta è Cristina Trivulzio di
Belgiojoso che a 150 anni dalla sua scomparsa ha trovato nuova casa nel bronzo
dell'artista bresciano Giuseppe Bergomi, in piazza Belgioioso, a Milano.
Cristina
di Belgiojoso fu una straordinaria figura del Risorgimento italiano nonché
nella cultura dell’Ottocento, con una vita piena e avventurosa, che vale la
pena ricordare. Il suo fascino immortale risiede in un connubio tra rigore di
pensiero e mondanità, aristocrazia e impegno per migliorare la condizione
sociale delle classi operaie, contadine e delle donne. Victor Cousin, filosofo
francese, la definì "Donna per natura, uomo per ingegno",
un’affermazione maschilista che tuttavia descrive bene l’influenza della figura
pubblica di Cristina in un’epoca in cui le donne non avevano spazio.
Cristina
Trivulzio di Belgiojoso nacque il 28 giugno 1808 da una delle più antiche
famiglie nobili lombarde, i Trivulzio, nella Milano sotto il dominio austriaco. A
16 anni Cristina sposa per sua volontà, e contro il parere della famiglia, il
conte Emiliano Barbiano di Belgioioso d’Este, poi divenuto principe del Sacro
Romano Impero e di Belgioioso. Il matrimonio dura appena 4 anni e termina nel
1928 (anche se non viene mai ufficialmente annullato) ma lascia una doppia
eredità a Cristina Trivulzio: il titolo di principessa e la sifilide, entrambe
la accompagneranno per tutta la vita. Dopo la fine della relazione, Cristina
diventa nei fatti una donna libera e può dedicarsi alla letteratura, alla
politica, alla lotta dell’Italia per l’indipendenza dall’Impero austriaco. Per
le sue convinzioni è perseguitata dalla polizia austriaca ed è costretta a
cercare riparo fuori dall’Italia. Inizia così la sua vita fuori da Milano, tra
avventure, periodi con scarsità di denaro, una vita lontana dagli agi in cui
Cristina impara a guadagnarsi da vivere da sola e (addirittura) cucinare.
Dall’Italia si trasferisce in Francia, prima a Marsiglia e poi a Parigi, dove diventa
giornalista di successo commentando i fatti europei e la politica italiana.
La
statua ha sicuramente una grande capacità comunicativa, bellissima nelle forme
e nello spirito, in quella mossa irrequieta che sembra vederla quasi in
procinto di alzarsi, pur impegnata tra libri e scrittura. Ha lo sguardo che
scruta lontano, ma, la spalla sinistra è un poco girata rispetto all’ingresso
di casa Manzoni, in piazza Belgioioso, come a ricordare il passato rifiuto.
Anche
se la sua citazione più famosa è forse quella che leggiamo sul piedistallo
della statua, parole che parlano a ogni donna, da ora e per sempre: «Che le
donne felici e stimate del futuro rivolgano i pensieri al dolore e
all’umiliazione di quelle che le hanno precedute e ricordino con un po’ di gratitudine
i nomi di quante hanno aperto e preparato la strada alla loro mai gustata prima
e forse agognata felicità». La
statua è quindi un inno al futuro che ha portato un gruppo di donne ai vertici
della cultura milanese a riunirsi per provare a cambiare il modo in cui vediamo
la società: un'opera che arricchisce Piazza Belgioioso, un luogo meraviglioso, ricco di
storie milanesi.
(Milano, 28 giugno 1808 – Milano, 5 luglio 1871)
Piazza Belgioioso, zona Piazza Meda
Milano -MI-
Visitata il 03/10/2021
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