28 gennaio 2019

523-Ristorante da Oscar - Milano-


Ristorante da Oscar - Milano-


A pranzo dal mitico Oscar ….. !





A due passi da Porta Venezia in una traversa di corso Buenos Aires si trova il ristorante da Oscar, uno di quei locali da provare almeno una volta nella vita.
Indispensabile prenotare perché il locale conta una settantina di coperti ed è sempre pieno tanto da fare due turni tutte le sere a cena e talvolta anche al sabato anche a pranzo.





Oscar Rebughi, il cuoco-parà della Folgore, con le sue sparate goliardiche, i cimeli fascisti sparsi in tutta la sala e i lunghi tavoli in condivisione, ha saputo creare un decisamente folkloristico.
Il vero anfitrione del locale è lui che, con i suoi 76 anni portati benissimo, la sua simpatia da “finto burbero” e la premura verso i commensali, catalizza l’ambiente: di tanto in tanto esce dalla cucina e passa a salutare tutti, si accerta che tutto vada bene, tavolo per tavolo, sfoggiando una maglietta della Folgore.










Detto ciò, qui non si viene per fare politica , qui si viene per mangiare  bene e tanto, spendendo relativamente poco.
Oscar, insieme alla figlia, al figlio e tutto lo staff lavorano come una famiglia, sempre pronti a soddisfare le esigenze del cliente.
La cucina è fatta di piatti semplici della tradizione ma preparati con maestria: la pasta è ottima, cottura perfetta e proposta nelle classiche ricette: pennette alla Oscar (da provare), alla carbonara (una bontà), ai frutti di mare etc. Le porzioni sono da “camerata” ovvero enormi …. per noi comuni mortali …. !











Così come i secondi  di carne preparati con  materia prima di buona qualità e cucinati in maniera corretta.
Una frittata (veramente buona)  viene servita con una ciotola di olive in attesa delle portate che sono sempre fatte al momento: cantina dei vini con ottime etichette e per i più nostalgici non può  mancare il Sangiovese rigorosamente da Predappio con etichetta raffigurante il Duce e i suoi motti.
Senza dubbio da provare per l’atmosfera informale, per la simpatia e il carisma di Oscar e per l’estrema cortesia e rapidità dello staff tutto.
Insomma un ambiente di osteria di altri tempi  dove si mangia bene, non certo da ristorante stellato, ma piatti caserecci ben eseguiti e con materia prima di ottima qualità.                                                                                                                                                            










                                                                                                                                                                           
Provare per credere, per conoscere Oscar, la sua cucina e  le sue battute che dispensa sempre quando si aggira tra i tavoli per vedere se tutto è Ok.


PS: Se siete in due e volete sia il primo che il secondo, seguite il mio consiglio: ordinatene uno e uno …… perché le porzioni sono ABBONDANTI: garantisco che la fame non la patirete sicuramente




Ristorante da Oscar
Via Lazzaro Palazzi n.4
20124 Milano MI-
Tel.  02 2951 8806

Chiuso domenica e lunedì a pranzo






Visitato il 26/01/2019 a pranzo

15 gennaio 2019

522-Incontro con Diego Abatantuono -Milano-



Incontro con Diego Abatantuono -Milano-


Un incontro “Eccezzziunale veramente”….!!!!

A Palazzo Morando, dove è in corso la mostra "Milano e il cinema" sabato scorso 12 gennaio alle ore 15 si è svolto un incontro con Diego Abatantuono.


Un centinaio i fortunati, compreso il sottoscritto, che sono riusciti ad assistere all’incontro tra il grande attore e i suoi ammiratori: dico fortunato in quanto la coda in via Sant'Andrea era veramente lunga e i più non sono riusciti ad entrare nella piccola sala che per motivi di sicurezza non poteva contenere tutti.
Puntuale alle 15 ecco arrivare Diego con il giornalista scrittore Giorgio Terruzzi, che con lui ha dialogato al di là della scrivania.
È un fiume in piena Abatantuono, una miniera di aneddoti, battute e di racconti di «quella Milano lì», quella di Enzo Jannacci e Beppe Viola, di Giorgio Porcaro e di Cochi e Renato. 





Parla delle serate trascorse con mamma Rosa, guardarobiera al Derby (il locale della comicità meneghina negli anni Settanta in via Monte Rosa 84), e con papà nei cinema di zona, tra il Giambellino e piazzale Brescia.
Ripercorre un po' tutta la sua carriera fino alla collaborazione con Gabriele Salvatores. compreso «quel teatrino affittato in piazza Navona a Roma, perché li stava il cinema, per portare in scena uno spettacolo, Cane di Puglia, che la prima sera erano venuti in tantissimi a vederlo, anche Villaggio e Benigni poi più un ca..o di nessuno». Risate. E poi c'è lui, il terrunciello, il personaggio che ha fatto la sua fortuna: il meridionale trapiantato al Nord che parla un misto tra milanese e pugliese. «Milano allora era fatta di quel gioco di presa in giro per cui se dicevi a uno "ué terun" tutti ridevano, ma oggi è più complicato. E poi c'era quella voglia, da parte ad esempio dei pugliesi. di essere più milanesi dei milanesi». Applausi, teste che annuiscono. 






Arriva il momento delle domande dal pubblico e gli domando:

“Diego puoi raccontarci delle serate – incontro da Gattullo ?”

“ Erano Cochi e Renato che mi portavano da Gattullo (celebre ritrovo e rinomata pasticceria in quel di porta Lodovica) insieme a Beppe Viola e Iannacci : si può raccontare il resto, meno quello che si mangiava, allora non era ancora in prescrizione, vista la mia stazza odierna.
Serate belle, belle…ricche di risate, spensierate, poi, torno a dirti, devi pensare  che io avevo 16, 17, 18 anni ed ero la mascotte del gruppo.
Quando capisci, e qui non entro nel merito dei nomi, ma al Derby, nonostante quello che vi ho detto, c’erano delle preselezioni: c’era un tavolo dove c’era Renato, Cochi, Teo, Boldi… io stavo lì; altri facevano più fatica, Maurino era tirato dentro, insomma una selezione veniva fatta.
Io ero il più giovane di tutti quelli che ho citato, nonostante adesso faccia di tutto per sembrare più vecchio, non usando tinte e diete: magari così duro più a lungo, meglio diventare vecchi prima almeno si può dire: ma da quanto tempo è vecchio quello li.
Adesso invece vedi sempre gente tutta nera, tinta, non faccio i nomi ma ce ne sono in giro, un casino.
Comunque ero il più giovane di tutti e a quell’età li due anni di differenza sono tanti oppure cinque come avevo io con i Gatti: insomma averne 15 o averne 20 cambia tanto.
Quindi in quel periodo lì per me andare in giro, andare da Gattullo era un privilegio particolare perché mi portavano, non è che andavo da Gattullo da solo, si parla di quando andava giù la saracinesca.”

“Covo rossonero Gattullo” gli domando.

“Beh, si, insomma…. ma qualche infiltrato cera” , mi risponde Diego.





Insomma un incontro interessante: un personaggio di talento e con un carisma notevole che, a ruota libera, ha ripercorso la sua vita professionale e non con aneddoti molto simpatici.










Tra questi quello sui Gatti:

“Ho iniziato a fare il tecnico del suono con i Gatti di Vicolo Miracoli, che erano miei grandi amici e lo sono ancora oggi. Ero un tecnico anomalo, non guidavo, non avevo preso la patente di proposito, altrimenti avrei dovuto guidare sempre io. Smaila guidava perchè era il più grosso, io sedevo davanti, perché ero il più alto, dietro c'erano Oppini, Jerry Calà e Nini Salerno. Era straordinario e imperdibile andare in giro con loro. Avevo 18 anni. Poi sono tornato al Derby e mio zio, che era il proprietario, mi propose di fare una sorta di direzione artistica. Avevo girato tutta Italia, conoscevo un sacco di comici, lì si esibivano tutti. Io li presentavo, poi piano piano ho iniziato a fare anche io una sorta di spettacolo, che è diventato sempre più lungo".



Oppure quello su Rivera:

“Impossibile scegliere un solo giocatore dell’epoca d’oro de Milan. Il mio preferito è sempre stato Rivera, pallone d'oro, giocatore strepitoso. Una volta aprii il portafogli di mio nonno e ci trovai una foto di Rivera e una di Padre Pio. Gli chiesi chi fossero e lui mi rispose che uno faceva i miracoli e l'altro era un noto frate pugliese. Rivera l'ho conosciuto, veniva al Derby, era amico di mia mamma, per un periodo abbiamo abitato nello stesso palazzo. In ascensore facevo finta di non conoscerlo, ma l'ho sempre amato".



La locandina del nuovo film in uscita a fine gennaio

E sugli anni di piombo:

“Al Derby c'erano tutti, c'era anche il top della delinquenza. Ho visto serate passate con Turatello. Una notte, quando ero il responsabile delle luci, ero in una stanza dove stavano gli artisti quando non dovevano andare in scena. Sento bussare, ed era il signor Turatello. Tutti sapevamo chi fosse, ma nel locale si comportava benissimo. Il Derby era una specie di porto franco…..”.

Insomma, due ore piacevolissime, in compagnia di un personaggio ECCEZZIUNALE VERAMENTE ::::!!!!!!













Incontro con Diego Abatantuono 
c/o Palazzo Morando 
Via Sant'Andrea n.6
20121 Milano -MI-


Incontro del 12/01/2019